da Zetesis 1990-1
Nei programmi ministeriali del 1967 il corso di latino e greco dell’ultimo anno prevede, oltre al normale sviluppo cronologico delle due letterature, un aspetto che viene generalmente frainteso o disatteso. Intendo parlare della “sintesi organica” del programma del triennio che l’insegnante è tenuto a curare con particolare riferimento a un certo numero di autori indicati: si tratta di un elenco dall’apÂparenza bizzarra perché accosta ai principali autori dei primi due anni alcuni dei molti autori dell’ultimo anno.
Sono passati più di vent’anni dalla formulazione dei programmi e, nonostante le successive modifiche di quello di latino, il problema del significato di quella “sintesi” resta (1): tanto più che nessun’altra materia che segua uno sviluppo cronologico (italiano, storia, filosofia, arte) prevede qualcosa di analogo. In molte scuole sembra che neppure si sia al corrente di questo aspetto del programma; altre intendono l’elenco degli autori come un ritorno (discutibile o doveroso poco importa) ai vecchi “riferimenti” degli esami di maturità precedenti: ma urta contro questa interpretazione sia la parola “sintesi” (i riferimenti erano argomenti sparsi e slegati, vale a dire proprio il contrario) sia la presenza nell’elenco, come si diceva, di autori dell’ultimo anno; nella riunione degli insegnanti di latino e greco del nostro liceo abbiamo per vari anni discusso la questione decidendo d’indicare in calce al programma alcuni autori (non necessariamente quelli ministeriali) che ci pareva necessario fossero ripassati per una migliore conoscenza della o delle letterature: ma anche in questo caso si trattava di una ripresa di singoli autori e non invece di una sintesi organica.
Mi pare che un po’ di luce sul problema sia venuta dalla sostituzione del quarto tema di italiano del liceo classico, tradizionalmente riguardante la storia dell’arte, con una traccia sulle civiltà antiche, Abbiamo più volte commentato sulla rivista il mutamento di rotta lanciando anche un questionario fra i lettori; riprendiamo brevemente la storia dì questo tipo di tema. Nel 1984 la quarta traccia lasciò perplessi studenti e commissari: partiva infatti da una citazione riguardante Raffaello per poi proporre una carrellata di vari secoli sui diversi classicismi. L’abitudine al tema di storia dell’arte e l’allusione a Raffaello convinsero molti a scrivere (o, per i commissari, a volere che si scrivesse) delle sole arti figurative: ma in realtà la traccia era formulata in senso assai più ampio. Allora sembrò astrusa e assurda: a posteriori dobbiamo pensare che intendesse essere un ballon d’essai del Ministero, un primo tentativo ambiguo e confuso di cambiare il tema caratterizzante il nostro tipo di studi. L’anno successivo la traccia riguardava decisaÂmente gli studi classici, mentre la storia dell’arte trovava posto fra le materie orali, per la prima e, per ora, ultima volta. In séguito, eliminando del tutto la storia dell’arte, si è proseguito con tracce dello stesso genere. Ora, se esaminiamo i titoli apparsi finora, è chiaro un fatto che li accomuna: si richiede una conoscenza globale della civiltà greco-romana, e non solo del programma dell’ultimo anno. Che si debba parlare delle due civiltà a confronto, o della storiografia greca (o latina alternativamente) nel suo sviluppo, o dell’età di Mecenate (programma specifico di seconda) e di ogni altro mecenatismo, o delle proprie acquisizioni e preferenze nel campo degli studi fatti, è all’intero triennio che si guarda. Si potrà discutere (l’abbiamo fatto da queste pagine) sulla giustizia o meno di una simile pretesa a raffronto di tracce di letteratura italiana o di storia sempre rigorosamente limitate al programma dell’ultimo anno (con molte proteste per ogni insistenza eccessiva sul ‘900): ma al di là di ogni discussione dobbiamo prendere atto che il Ministero si attende dai nostri ragazzi non la conoscenza dell’ellenismo e dell’età imperiale, ma la conoscenza ricca, informata e meditata di tutta la civiltà antica. Anzi, la prospettiva è ancora più ampia, poiché spesso richiede confronti fra il mondo antico, o uno o più periodi di esso, e altre epoche storiche o diversi tipi di società delia nostra epoca: si pensi al tema dell’anno scorso o a quello di quest’anno.
E se questo in effetti, prescindendo dalle pretese ministeriali e dai bizantinismi dei programmi, dovesse essere il nostro compito? Se non si trattasse solo di qualche autore da aggiungere ai programmi o della speranza che un ragazzo brillante se la cavi su Mecenate, ma di una diversa impostazione, o meglio una diversa prospettiva, del nostro insegnamento?
Naturalmente è una prospettiva che deve riguardare l’intero triennio.
Occorre che l’insegnante individui le linee di pensiero, le tematiche e problematiche della cultura antica che intende divengano progressivamente patrimonio dei ragazzi, perché considerate fondamentali per una conoscenza dell’antico, e che le rilevi pazientemente ogni volta che nei testi o nella storia letteraria ne appaiano tracce: ma se l’aspetto programmatico dev’essere ben chiaro all’insegnante, ai ragazzi, soprattutto nel primo anno, appariranno essenzialmente degli autori, degli uomini antichi, che parlano loro di molte e varie cose. Via via nel corso dei primi due anni le linee seguite dal lavoro dell’insegnante si arricchiranno, si diversificheranno o si intersecheranno: e appare chiaro come accanto ad alcune tematiche fondamentali, ineludibili, aitre varieranno da classe a classe, a seconda dei testi scelti e degli interessi e sollecitazioni dei ragazzi stessi. Accanto a questo sviluppo tematico deve individuarsene un altro, cioè lo sviluppo dei generi letterari: ma questo aspetto può essere affrontato nei primi anni solo embrionalmente, soprattutto perché soltanto la conoscenza dell’ellenismo permette di comprendere molte forme della letteratura latina.
Alla fine della seconda i ragazzi hanno raggiunto una maturità sufficiente per cominciare a lavorare autonomamente. Si può allora procedere in due modi. Uno è quello di chiedere loro di individuare durante la pausa estiva tutte le tematiche e problematiche incontrate negli autori letti in originale o in traduzione durante i primi due anni e di indicare tutti i passi relativi. Nei primi giorni della terza si mette insieme il lavoro fatto dai ragazzi, lo si discute e sistema: dopo di che resta alla classe come un punto di partenza per il lavoro dell’ultimo anno. lo ho operato in tal senso con una delle ultime classi e sono rimasta stupita nel constatare quanti aspetti del mondo antico fossero stati colti dai ragazzi (da alcuni, per lo meno), compresi alcuni spunti lanciati qua e là a lezione senza alcuna pretesa che fossero raccolti. Tuttavia questo metodo richiede una classe molto attenta e ricettiva, altrimenti rischia di non essere produttivo. Una seconda modalità è quella di fornire già una serie di tematiche da riscontrare nei testi letti. Do un possibile elenco, fermo restando il principio che non si tratta di un elenco astratto, ma legato al lavoro fatto in classe sui testi, e quindi modificabile:
1) Concezione degli dèi – rapporto uomo/dio – problema del destino – problema del male
2) Concezione della morte – diverse espressioni ed esiti del desiderio d’immortalità (personale, nella discendenza, nel ricordo)
3) Concezione dell’amore
4) Poetica
5) Concezione della legge
6) Concezione politica
7) Concezione della guerra e desiderio di pace
8) Concezione del lavoro e del progresso
9) Concezione dell’origine e dello sviluppo dell’universo
10) Ruolo della donna
11) Unità e diversità fra gli uomini
12) Idea di virtus – areté
13) Idea e uso del mito
14) Concezione della storia e della storiografia
15) Problema della lingua e della retorica
Poiché il lavoro che si richiede ai ragazzi è molto grosso, si potrebbe suddividere la classe in gruppi limitando per ciascuno il numero degli argomenti da trattare. Anche in questo caso, il lavoro da svolgere all’inizio della terza, oltre al controllo e alla revisione, è quello di una unificazione delle varie proposte per arrivare ad un materiale unitario utilizzabile da tutti. Vorrei rilevare anche qui come una tale proposta di lavoro sia stata accolta in una classe con consapevolezza e con la coscienza di dover solo esplicitare un materiale già posseduto: e questo benché i ragazzi non fossero mai stati preavvertiti di un tale progetto, ma letteratura ed autori fossero stati svolti seguendo lo sviluppo storico e analizzando la personalità dei diversi scrittori.
Il programma di terza, pur svolgendosi anch’esso secondo un ordine storico e attraverso la lettura delle opere previste dai programmi, avrà come orizzonte la complessità della civiltà grecorornana così individuata. Si possono trovare alcuni momenti nel corso dell’anno scolastico per fare il punto sul mutare delle problematiche individuate nelle nuove epoche che si affrontano, eventualmente utilizzando la possibilità di suggerire titoli di temi al collega d’italiano o facendo svolgere in tal senso relazioni o verifiche di letteratura. Ma soprattutto alla fine dell’anno, a programma ultimato, si può arrivare veramente ad una “sintesi organica”, superando definitivamente anche i problemi di disparità cronologiche degli anni precedenti e ripercorrendo la storia della civiltà greco-romana-cristiana in tutta la sua ricca complessità : è il momento anche per proporre, o meglio riprendere, la storia di alcune idee e problematiche della cultura occidentale, aiutando i ragazzi a valorizzare anche le loro conoscenze nelle altre discipline. Un discorso a parte riguarda l’altro aspetto a cui si accennava in precedenza, vale a dire la storia dei generi letterati, a cui è meno facile, come si diceva, dare spazio nei primi due anni; sono piuttosto gli anni delle “questioni” sulle origini dei generi (epica, tragedia, commedia) e solo qualche genere può cominciare ad avere già una storia ben definita (ad esempio la storiografia, oppure la lirica, forse la satira). In terza la storia dei generi va continuamente ripresa e ripercorsa, sia a ritroso, riprendendo accenni appena sviluppati negli anni precedenti in sotuazioni non felici (si pensi alla difficoltà di far percepire senso e valore della letteratura latina arcaica, o anche dell’età neoterica) sia in avanti, rinvenendo nella letteratura italiana ed europea forme letterarie che hanno i loro archetipi nell’antichità , Preziosa è in questo senso la libertà di scelta del poeta latino offerta dai programmi: sia la lettura di una commedia può essere svolta in rapporto con lo studio della nea e del teatro europeo, sia la lettura di Lucrezio in rapporto con Epicuro e con il poema didascalico ellenistico-imperiale e con alcuni aspetti della storia del pensiero, sia la lettura di altri autori con riferimenti analoghi: ad esempio ritengo che le Bucoliche virgiliane trovino in terza la loro sede più appropriata e culturalmente produttiva.
Appare insomma chiaro come i quesiti da noi inizialmente posti sulle intenzioni e le attese del Ministero siano in fondo inessenziali. Quello che è veramente essenziale è che il ragazzo, terminando un corso di studi classici, possieda un patrimonio davvero organico di problemi, idee, valori, forme che costituiscono le nostre radici europee, incarnati storicamente in uomini: l’elenco ministeriale, che evidenteÂmente vuole evitare l’allargarsi eccessivo di un’indagine, può essere utilizzato o meno, ma ha senza dubbio il pregio di proporre un lavoro fatto non su teorie, ma su persone.
NOTE
(1) In realtà la situazione è molto confusa. I programmi di latino modificati col DPR 31/3/1980 n. 316 non parlano più di sintesi organica: questo crea un paradossale contrasto non solo coi progranmmi di greco, che ricadono ancora sotto il DPR del 1967, ma anche coi programmi di latino dei licei scientifici e degli istituti magistrali, pure risalenti al 1967 e comprendenti una sintesi analoga. Si ha l’impressione che il ministero, nell’urgenza di modificare il programma di autori, abbia presentato la parte relativa alla letteratura, rimasta nel complesso invariata, in modo sbrigativo, dimenticandosi di completarla secondo i programmi precedenti.