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Editoriale 2021-1

by Mariapina Dragonetti

a cura della Redazione


Alla fine di un anno di lavoro travagliato come il precedente, raccogliamo notizie e impressioni.


I maturandi di quest’anno hanno un percorso nuovamente modificato rispetto all’anno scorso, a due anni fa, a tre anni fa… e così pure i loro Consigli di classe. Per restare solo nell’ambito delle nostre materie, si è passati dall’eliminazione della tesina (chi ha partecipato a riunioni presidi ricorda il dileggio verso una prassi consolidata) alla trasformazione della seconda prova in un testo misto fra latino e greco con domande (c’è stata una sola occasione, e c’è da chiedersi come si sarebbe riusciti anno dopo anno a trovare testi paralleli), alla sostituzione dello scritto con elaborati messi insieme in tempi brevissimi: assegnati o proposti dal Consiglio di classe o dal docente, con testi in originale da commentare o argomenti di letteratura/storia/costume. In qualche modo l’anno scorso si è sopperito alla mancanza o imprecisione di indicazioni, accettando la necessità di salvare l’esame e l’anno. Quest’anno il Ministero si è mosso per tempo, in un tentativo di razionalizzare quanto di precario e improvvisato c’era stato nel 2020. L’elaborato (per carità non chiamiamola tesina! la neolingua che ha cambiato esami a settembre in debiti può cambiare tesina in elaborato e far tutti contenti) viene assegnato con un mese di anticipo, deve avere quindi una consistenza e una dignità, e può (deve?) avere agganci interdisciplinari; ogni ragazzo ha un tutor fra i docenti del cdc.
Tutto il resto è demandato al cdc stesso, che arranca fra l’assegnazione di venti versi da commentare e la scelta di temi ampi e ambiziosi. Su Facebook, in particolare in gruppi specializzati in latino e greco, compaiono richieste pressanti, di studenti o più spesso di genitori: deve commentare il passo XY, chi ha testi da consigliare? devo commentare l’esodo della tragedia X, chi mi consiglia qualcosa? O più sfizioso: il prof. mi ha dato una bibliografia in francese, come faccio? E’ evidente che l’idea del tutor è solo risibile: tocca al prof. di latino e greco, meglio se la cattedra è divisa, proporre e seguire gli elaborati; se il tutor a cui il ragazzo è assegnato (perché il Ministero vuole che la classe sia spartita fra tutti i docenti) non è della materia, potrà solo invitarlo a stare nei tempi, incoraggiarlo o al più, se è in grado, dare un’occhiata alla scaletta e alla stesura. Quanto agli agganci interdisciplinari, mentre nella vecchia tesina servivano a far partire l’orale senza eccessivo scarto, adesso si discute se sia legittimo farvi riferimento nell’orale o se l’obbligo di non interferire nell’esposizione dell’elaborato comporta anche l’esclusione di collegarvisi, o di proporre qualche testo analogo da cui far partire il colloquio. Si aggiunge che l’orale esclude i programmi di latino e greco svolti, per cui il periodo di preparazione dell’elaborato è anche quello dello studio delle altre materie, su cui si gioca l’orale, oltre che, si presume, delle verifiche finali. Naturalmente se è permesso parlare di verifiche: un illustre psicologo ha esortato a preferire la relazione interpersonale ai programmi, offendendo contemporaneamente i docenti, considerati in blocco insensibili e vendicativi (si noti che l’esortazione era rivolta ai dirigenti, perché tenessero in riga i docenti), la logica stessa della scuola, che comporta una relazione interpersonale mediata da quel frammento di realtà che è la disciplina, e gli studenti e le loro famiglie, che hanno il diritto di avere dalla scuola una preparazione.
Per fortuna ci sono cdc e docenti non solo obbedienti, ma creativi e capaci di utilizzare ogni diktat del Ministero per un’occasione culturale ed educativa. Ma sarebbe meglio se il Ministero si decidesse a non voler far quadrare il cerchio, e proponesse linee guida chiare, praticabili e sensate. Va da sé che il punto chiave sarà l’esame degli anni prossimi, si spera al termine di percorsi normali in presenza e con la possibilità di prove nazionali. Si potrà tornare agli scritti? E come saranno? E già che ci siamo, come sarà la prima prova, trasformata ora in un elenco di testi su cui impostare un pezzo dell’orale (coincidenti col programma? noti agli studenti? tanti quanti gli studenti o molti fra cui scegliere?)?
Nello scorso editoriale riportavamo anche notizie positive, su cui vale la pena di tornare: una grande quantità di iniziative online sulle nostre materie, una grande partecipazione a gruppi di latino e greco sui social, l’uscita di libri che valorizzano gli studi classici. Purtroppo le notizie da altri paesi, in particolare dall’Inghilterra, sono sconfortanti: una laurea in lettere classiche che non richiede più la lettura in originale. Tale riduzione sembra motivata da motivi di marketing, cioè dall’incremento di iscrizioni anche fra studenti di scuole di livello non adeguato. Fortunatamente docenti e studenti si sono fatti sentire, rivendicando una grande tradizione umanistica che rischia di perdersi; e la vicenda ha dato l’occasione per riaprire anche da noi il dibattito su giornali e media.
E’ importante una vigilanza, perché “le vicende umane col tempo non scompaiano”, come dice Erodoto. Ci pare che proprio l’umano si vada perdendo, e il mondo grecoromano, la cui valorizzazione e trasmissione è il nostro compito, ha espresso dell’umano una grande ricchezza. Ne diamo un esempio in particolare in questo numero, presentando fra l’altro una raccolta di testi sul tema dell’Io, tema che il Meeting per l’amicizia fra i popoli di Rimini ha scelto quest’anno: dire Io, sia da parte di chi si riconosce mandato dalle Muse, sia di chi afferma la propria diversità nella creatività, nelle scelte, nei giudizi, o anche nei propri limiti, è affermare il valore della persona.