Home Biografie storiche B. Liddell Hart, A greater than Napoleon – Scipio Africanus

B. Liddell Hart, A greater than Napoleon – Scipio Africanus

by Mariapina Dragonetti

1926, tr. it. Scipione Africano, Rizzoli 1987

a cura di Giulia Regoliosi


Il primo dato interessante riguarda la bibliografia dell’autore: sir Basil Liddell Hart è essenzialmente uno storico militare, autore di opere quali La prima guerra mondiale (1914-1918), Storia militare della seconda guerra mondiale, Storia di una sconfitta e L’arte della guerra nel XX secolo. Il suo accostamento ad un personaggio dell’antichità discende da questo interesse, e in effetti nell’opera trova scarso posto tutto ciò che non riguarda le campagne militari e, in subordine, le vicende politiche di Scipione: sarebbe vano cercarvi un contesto socioculturale, un quadro della vita romana del tempo o anche solo un più ampio tentativo di ricostruire in tutti i suoi aspetti il personaggio. Significativo è anche il titolo: Scipione non è tanto interessante in sé per 1’autore, ma in quanto paragonabile ai grandi generali di ogni tempo, di cui il Napoleone del titolo è solo un esempio. In effetti tutta 1’opera è fondata su questi confronti: ricorrono in ogni capitolo riferimenti a personaggi come Wellington, Federico II di Prussia, Petain, il duca di Malborough, Nivelle, Subutay, ecc. Ma soprattutto l’ultimo capitolo costituisce un vero e proprio confronto plutarchiano fra diverse “vite parallele” di ogni epoca, confronto da cui Scipione emerge come superiore, sia per capacità strategiche, sia per la sua lungimiranza nell’usare con moderazione della vittoria. Liddell Hart, a questo proposito, contesta una storiografia che ignori l’esistenza della guerra nella storia per un preteso e ascientifico pacifismo: “L’alta strategia di Scipione… è un cartello segnaletico che indica il vero cammino che deve seguire lo studio della storia. Scipione era in grado di infliggere disfatte militari con efficacia e brillantezza pari a quella di tutti gli altri grandi comandanti, ma egli era anche in grado di vedere il vero obiettivo posto al di là della vittoria sul campo. Il suo genio gli rivelò che la pace e la guerra sono le due ruote su cui il mondo gira, ed egli fornì un asse centrale che collegasse e controllasse queste due ruote” (ed. it. pag. 243).

L’opera segue minutamente Polibio e Livio, di cui sono riportati ampi stralci, generalmente senza l’indicazione dell’autore, salvo che vi sia difformità fra i due storici. I curatori dell’edizione italiana hanno aggiunto un corpo di note che riporta l’’indicazione di tutti i passi citati e gli opportuni riferimenti storici antichi e moderni, che evidentemente l’autore dava per scontati presso i propri lettori.

In appendice sono riportati inoltre i capp. 6-8 del libro XV di Polibio, con i due discorsi di Annibale e Scipione prima della battaglia di Zama.

Nel complesso non si tratta di un’opera di facile lettura, dato il taglio tecnico-strategico: chi non abbia un particolare interesse militare sarà sicuramente più colpito dalle considerazioni del1’autore riguardo all’uso della vittoria che Scipione seppe fare, pur di fronte all’ostilità di un’opinione pubblica e soprattutto di una classe politica ansiosa di schiacciare completamente i vinti: caratteristica del personaggio che, come si è visto, Liddel Hart considera esemplare nei confronti dei vincitori e dei vinti di ogni epoca.

Lo sviluppo narrativo è piuttosto pesante, tanto da far rimpiangere la lettura diretta (anche in traduzione) delle fonti antiche.