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Alan Massie, Caligula

by Mariapina Dragonetti

2003

a cura della Redazione


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L’autore inglese aveva precedentemente pubblicato biografie di Augusto, Tiberio, Cesare, Antonio e gli eredi di Nerone. Con questa si cimenta nella figura più discussa e meno nota della dinastia, anche per la totale sparizione della parte degli Annales di Tacito che la riguardano. A somiglianza della biografia romanzata di Agrippina, Domina di Doherty, uscita l’anno prima, anche in quest’opera l’io narrante è un personaggio d’invenzione, partecipe e testimone di tutta la vicenda della dinastia. Già a proposito del personaggio di Doherty si è detto che la sua costante presenza ai fatti narrati è poco credibile; nel caso dell’elusivo Lucius di quest’opera la poca credibilità raggiunge l’assurdo, a partire dalla sua identità in un periodo di cui si sa tutto di tutti. Figlio di un proscritto al tempo di Augusto e di un’amica di Livia Drusilla e Antonia, amico e luogotenente di Germanico, amico di Agrippina Maggiore, amico e amante del giovane Nerone figlio di Germanico, amico e consigliere di Caligola, amante e confidente di Agrippina Minore, primo marito di Cesonia moglie di Caligola, in rapporti con Filone, con Seneca, parente persino di Pilato…Può essere esistita una persona del genere, così implicata nella famiglia e così ignota? Ancora più assurdo è il fatto che Agrippina, ormai moglie di Claudio, incarichi Lucius di scrivere una biografia di Caligola. Lucius accetta, ma ne scrive una sincera e realistica, riservandosi di darne ad Agrippina una versione purgata. E con tale esile pretesto nasce questo libro. Date queste premesse, è evidente che è un libro falso, reso poi particolarmente sgradevole dalla continua insistenza sulle vicende sessuali, etero e omo, di tutti i protagonisti. La figura di Caligola dovrebbe uscirne, nelle intenzioni dell’autore, in parte riabilitata, ma se ne salva solo un certo entusiasmo nel corso della spedizione al Reno, peraltro interrotta e mai più ripresa. Il rifiuto di dar retta alle dicerie più assurde non toglie l’accettazione di molte altrettanto negative. Non c’è neppure il tentativo di distinguere fra un periodo precedente la malattia e la degenerazione successiva, come molti fanno; solo qua e là si parla di una buona situazione economica, ma non è chiaro quanto dipenda dall’imperatore. Nel complesso una brutta opera. Accenno solo a un errore sulla complicatissima dinastia: la moglie di Druso è Claudia Livilla, sorella di Germanico e Claudio; dopo averla definita correttamente (anche se col nome meno noto di Giulia) Massie la confonde con Giulia Livilla sorella di Agrippina Maggiore.