La serie di Plinio il Giovane
All roads lead to murder – a case from the Notebooks of Pliny the Younger, 2002 (v. sopra)
L’autore è un professore di storia americano, al suo primo giallo d’ambientazione romana, probabilmente l’inizio di una serie. Come si vede dal sottotitolo, il protagonista e io narrante è Plinio il Giovane, in viaggio in Asia Minore in compagnia di Tacito (nuovamente la scelta dell’epoca dà ragione alla Comastri Montanari). L’aspetto più curioso dell’opera risiede proprio nei due protagonisti: Plinio è il detective, in parte per impegno socio/politico in parte per amore; Tacito, sboccato e donnaiolo, gli fa a malincuore da spalla. Difficilmente ci saremmo aspettati questi ruoli: caso mai un Tacito/Holmes riflessivo e diffidente e un Plinio/Watson-Hastings un po’ ingenuo. Ma tant’è. L’epoca è successiva all’eruzione del Vesuvio: Plinio racconta ampiamente la storia di Pompei e della morte di Plinio il Vecchio, di cui conserva devoto affetto e copiose note scientifiche, nel corso della vicenda. In questa ha importante spazio la comunità cristiana (probabilmente su ispirazione della celebre lettera a Traiano) e in particolare il personaggio di S. Luca, che figura come medico e come autore del terzo Vangelo. Il plot è nel complesso piuttosto esile e prevedibile, mentre la vicenda amorosa e quella politica difficilmente potrebbero avere seguito in altri libri della serie, data la notorietà del protagonista.
The blood of Caesar, 2008
Nella prefazione l’autore rivela di aver avuto molte difficoltà a continuare la serie, tanto da aver cominciato e interrotto più volte il secondo libro, terminandolo solo per le insistenti richieste. Il motivo è probabilmente quello da noi preannunciato: Plinio è un personaggio pubblico, difficilmente inseribile in una fiction; inoltre la coppia Plinio-Tacito è incongrua e poco funzionale. E’ comunque finalmente uscito il secondo libro della serie, ambientato a Roma pochi mesi dopo il precedente, della cui vicenda non restano più tracce se non la rivalità col personaggio negativo e la fama di detective acquisita da Plinio. Dopo un buon inizio, con un cadavere scoperto nella biblioteca ed esaminato da Plinio su richiesta di Domiziano, il romanzo s’incentra sulla ricerca di eventuali discendenti di Cesare e Augusto, che potrebbero costituire un pericolo per l’imperatore. L’indagine, in cui hanno parte rilevante gli ebrei deportati da Gerusalemme, il filosofo stoico Musonio Rufo e Agricola, suocero di Tacito, si dilunga eccessivamente, mentre il lettore ha già capito tutto con largo anticipo: ha però buoni momenti, come l’esplorazione dei resti della Domus aurea e la fuga da Roma. C’è posto anche per una vicenduola d’amore, pure questa senza seguito.
L’autore spiega nella prefazione di aver dovuto a malincuore usare il termine princeps invece di imperatore (giustamente); sarebbe preferibile però che evitasse di usare le parole re e regno tabuizzate dai romani, tanto che Domiziano si fece chiamare dominus ac deus ma non rex.
The Corpus Conundrum, 2011
L’autore trae anche qui spunto da alcune lettere di Plinio: due citate esplicitamente, in cui è descritta la villa di Laurentum e la caccia ai cinghiali, e altre implicitamente, in cui lo scrittore latino racconta episodi misteriosi e paranormali; inoltre fa riferimento ad un passo di Plinio il Vecchio che commenta la straordinaria vicenda di Aristea narrata da Erodoto. Da questi testi Bell ricava una storia bizzarra e per più versi ambigua. A Laurentum, durante una caccia, viene trovato un corpo, apparentemente morto ma senza tracce della causa di morte; Plinio lo fa portare in una stalla e pone delle guardie a sorvegliare la porta chiusa. Al mattino il corpo è sparito e la coperta in cui era avvolto è disposta come se ancora lo contenesse: aperta, mostra l’impronta di un volto. Successivamente compaiono un uomo e una donna, ciascuno dei quali proclama che lo scomparso è suo padre, raccontando storie di magia. Nell’indagine, Plinio si trova ad affrontare i duumviri ansiosi di chiudere la faccenda liquidando antichi problemi familiari, diversi cadaveri, due prostitute in cerca di protezione e la continua minaccia del suo accanito nemico politico. Diviso fra un accanito razionalismo, le provocazioni di Tacito (particolarmente buffonesco in questo terzo romanzo) e l’inspiegabilità di fatti misteriosi, Plinio giunge ad una parziale soluzione che lascia aperte ipotesi più oscure.
Non si può fare a meno di pensare che la vicenda di partenza (sparizione del corpo, coperta in quella condizione, impronta del volto) richiami la Resurrezione e la Sindone: se è così restiamo perplessi: è una parodia? E lo è anche la battuta “what if he gets up and walks out of the cave?” a proposito di un altro morto sepolto in una grotta secondo il rito ebraico?
Death in the ashes, 2013
Al quarto libro della serie si capisce l’intenzione di creare titoli in ordine alfabetico (non era chiarissimo: All…, ma The Blood… e The Corpus…). Peraltro dopo il terzo l’autore ha pubblicato un ebook, The Flute player, fuori serie ma con protagonisti dell’epoca.
Le ceneri sono quelle dell’eruzione del Vesuvio, vicenda di nuovo ampiamente raccontata e sofferta da parte di Plinio. L’occasione è un viaggio nei pressi di Napoli su richiesta della protagonista del primo romanzo, Aurelia, ora sposata e quasi al termine della gravidanza. Suo marito Cornelio è stato accusato dell’assassinio di una liberta (cristiana: il simbolo del pesce non viene capito né spiegato), in quanto scoperto vicino al cadavere con il coltello insanguinato in mano. L’uomo rifiuta di parlare e perfino di ricevere visite in carcere: dall’indagine risulta che negli ultimi anni si è quasi rovinato economicamente; all’uccisione della liberta si aggiunge un tentativo di rapimento di Aurelia, sventato da Plinio. Un terremoto provoca la caduta di parte della prigione e la fuga di Cornelio che si rifugia nella sua vecchia casa, quasi del tutto coperta dalle ceneri solidificate della vecchia eruzione. Plinio e Tacito, che come sempre lo accompagna, riescono a penetrare nei cunicoli scavati nelle ceneri e raggiungono l’uomo, che rivela finalmente di essere ricattato per una lettera compromettente scritta a Elio Lamia, primo marito della moglie di Domiziano e giustiziato da tempo. La vicenda s’inserisce quindi in eventi storici, in cui è compreso anche Cornelio Fabato, padre di Cornelio (il cui ruolo storico è invece ignoto). Assalti, incidenti, assassinii, un nuovo crollo, bambini scambiati, femmine scambiate per maschi, un parto fortunoso, la vecchia schiava misteriosa, i soliti discendenti dei giulii, un incendio doloso, schiavi perduti e recuperati… C’è veramente un po’ troppo. Tacito è il solito carattere poco credibile (ora anche bisex), Plinio è diviso fra il grande amore (una schiava), un fidanzamento forzato imposto dalla madre e la promessa di sposare a suo tempo la piccola neonata, Cornelia: per fortuna dall’epistolario risultano almeno due mogli.
The Eyes of Aurora, 2014
Il quinto libro (la lettera E) è decisamente incentrato sul dilemma amoroso. Appena tornato dalle avventure del romanzo precedente, Plinio ottiene un successo in tribunale che gli procura l’ulteriore stima della potenziale suocera e un incremento di ostilità da parte dell’avvocato della difesa, quel Regolus già incontrato in precedenza come nemico dei Plinii ed effettivo personaggio storico legato a Domiziano; ma prevale su preoccupazioni matrimoniali e politiche l’interesse manifestato da Aurora per una donna incontrata per caso col suo bambino e bisognosa di aiuto. Plinio con Tacito ed Aurora va in sua ricerca. S’imbattono in un orrendo delitto, descritto con i massimi toni splatter: l’indagine sembra coinvolgere il famoso quadrato rotas/opera/tenet/arepo/sator, di cui vengono date varie interpretazioni, sostanzialmente inconcludenti e politicamente pericolose. Nel frattempo Plinio si arrende all’evidenza degli affetti: è chiaro che siamo al centro della vicenda, soprattutto quando, dopo un incontro amoroso, Aurora ha un incidente che la rende cieca (da cui il titolo). Dopo la macchinosa soluzione dell’indagine, Aurora riacquista miracolosamente la vista e le nozze combinate si spostano sulla sorella vedova della candidata precedente, felicemente disposta ad essere moglie solo di nome.
Alcune osservazioni. Tacito è qui meno gradasso che negli altri libri, legato alla moglie e al suocero Agricola e molto dedito alla causa repubblicana; Plinio per il prevalere dell’elemento amoroso finisce col perdersi come personaggio di detection e ultimamente come personaggio storico. Soprattutto diviene sempre più presente e di difficile interpretazione il topos del Cristianesimo: un personaggio, Jacob, si rivela come cristiano (a differenza del libro precedente qui l’indicazione è esplicita), propone la celebre interpretazione del quadrato rotas… come crittogramma del Pater Noster, cita il buon samaritano e appare in visione ad Aurora ridandole la vista secondo le modalità del miracolo del cieco nato. Plinio è presentato come ateo: le intenzioni dell’autore nel dare tale svolta alla storia non sono chiare.
Infine: capiamo che il lettore che non sa il latino abbia difficoltà con il quadrato delle rotas: ma una soluzione migliore del far spiegare da un romano che rotas significa wheels si poteva trovare!
Fortune’s fool, 2017
Il sesto libro della serie, lettera F. Da questo libro sembra che il titolo acquisti un significato più profondo, come indicano le frasi d’autore sul tema della fortuna all’inizio di ogni capitolo. Plinio ha sposato la figlia vedova di Pompeia Severina, secondo gli accordi di fidanzamento già preannunciati. I due sposi intendono essere sposati solo di nome, dato che la moglie è ha un’esperienza coniugale molto negativa (è adombrato un uxoricidio), ma ogni tanto risulta che prima o poi dovrebbero fare in modo di avere un erede, soprattutto per le insistenze della madre di Plinio. D’altra parte Aurora non ha altro status se non quello di schiava e cerca di tenere nascosto il legame col padrone, peraltro evidente e tale da suscitare l’odio della moglie e della suocera. Per sanare in parte la situazione, Plinio decide di farla sposare ad un altro schiavo, già marito dell’ultima concubina di suo zio: lo schiavo è fisicamente impedito e non rischia quindi di abusare delle nozze di facciata. La notizia dell’imminente matrimonio viene però comunicata solo all’ultimo momento ad Aurora, che se ne risente, anche perché ha scoperto di essere incinta, e il difficile rapporto fra i due amanti diviene il Leitmoviv del libro.
L’ambientazione è nella tenuta di Como, ereditata dal padre Cecilio e finora trascurata. Plinio decide di riorganizzarla e in particolare di abbattere un muro per allargare la casa. Ma nel muro viene trovato uno scheletro, evidentemente postovi quando il muro era stato aggiunto con motivi vaghi dal padre di Plinio all’epoca di una tempesta sul lago in cui era scomparso il marito di Pompeia. Plinio comincia a informarsi su una persona scomparsa a quell’epoca, ma trova reticenze e minacce e infine sua moglie viene rapita: come riscatto la richiesta è di trovare e consegnare un documento di cui Plinio non sa nulla. Nella ricerca della donna si scopre una villa nascosta nei boschi dove evidentemente si svolgevano orge disgustose, di cui restano tracce negli affreschi. L’indagine porterà alla scoperta di retroscena sgradevoli nella storia delle famiglie di Plinio, di Pompeia e di un loro amico, nonché di parentele sconosciute e imbarazzanti. In un finale senza più colpevoli da processare, Pompeia viene ritrovata con l’aiuto di Aurora, che però nell’impresa perde il bambino.
Decisamente un bel libro, dal plot ricco di colpi di scena e di personaggi interessanti. Tacito e sua moglie Giulia collaborano pienamente alla vicenda, mentre i rapporti con ebrei e cristiani dei libri precedenti sono un po’ tralasciati, sostituiti dal tema della tyche più consono a Plinio. In finale è riportata una lettera dell’epistolario di Plinio che sembra trovare particolare significato nella fiction.
The gods help those, 2018
Il settimo libro della serie, lettera G. All’inizio del romanzo un magazzino di Plinio crolla per l’esondazione del Tevere seppellendo delle persone che si trovavano all’interno. Nell’ispezione del luogo Plinio scopre oltre ai cadaveri una donna ancora viva e incosciente, un neonato nascosto e un uomo assassinato, con cuciti in bocca 30 denari. Sia l’uomo sia il bambino sono circoncisi. L’indagine si sposta nell’ambiente ebraico, già ampiamente presente nella serie a causa di alcuni schiavi e dell’interesse della madre di Plinio per quella religione. Mentre Aurora si affeziona al bambino, Plinio aiutato come sempre da Tacito svolge un’indagine che finisce per coinvolgere anche l’uccisione di un console designato, avvenuta poco prima. La scoperta dell’identità della vittima trovata nel magazzino porta ad un collegamento con la regina Berenice, rimasta di nascosto a Roma anche dopo l’allontanamento da parte di Tito. Qui il plot diventa quanto mai complicato e truculento, fino ad una serie di morti da cui si salva solo il neonato, ormai affidato ad Aurora e, forse, a Plinio. Non un bel libro, dal plot poco credibile e con la situazione insolubile dei due amanti ormai radicalizzata. Si aggiunge una pseudomorte di Plinio (morte apparente? resurrezione?) decisamente imbarazzante non solo per lo scettico protagonista. Interessanti i riferimenti biblici, in particolare al libro di Zaccaria.