1989, trad. it. Caligola – L’ambiguità di un tiranno, 1992
a cura di Giulia Regoliosi
Con un titolo originale che sembra riecheggiare – non sappiamo quanto coscientemente – il titolo e l’idea di fondo dell’opera su Tiberio della Storoni Mazzolani, lo storico canadese affronta il personaggio meno noto della dinastia giulio-claudia, il giovane figlio di Germanico il cui impero durò solo quattro anni e fu sommerso, dopo l’assassinio del princeps, da una pesante pubblicistica di valore molto discutibile. Sappiamo che la parte degli Annales di Tacito relativa a Caligola è andata interamente perduta, così come gli inizi dell’impero di Claudio che dovevano inevitabilmente comprendere confronti fra i due imperatori. Le fonti scritte disponibili sono quindi Suetonio, Cassio Dione e Filone (che relazionò l’ambasceria dei giudei alessandrini presso Caligola), più diversi riferimenti in Seneca, in Giuseppe Flavio e alcuni altri (compreso lo stesso Tacito): testi di attendibilità molto limitata.
L’autore affronta con molto equilibrio il difficile personaggio, discutendo via via le fonti e utilizzando materiale archeologico e soprattutto numismatico con buona competenza e completezza: ne risulta un giovane (imperatore a 25 anni, morto a 29) costretto alla dissimulazione nell’adolescenza, egocentrico, sprezzante e megalomane, ma abile nella politica estera, soprattutto in oriente, e con pregi anche in politica interna. Su molti aspetti della pubblicistica antica, gli eccidi di massa, gli incesti, ogni manifestazione di presunta follia, Barrett si sofferma con attenzione, smontando molta parte dell’immagine tradizionale.
La scrittura è molto apprezzabile: l’opera si legge volentieri e i frequenti richiami da un capitolo all’altro aiutano a non disperdersi in una folla di nomi ed eventi. Utile anche l’apparato di note e appendici: un po’ deficitari i vari alberi genealogici, di difficile lettura.