1957, tr. it. Marco Aurelio, 1986/93
a cura di Giulia Regoliosi
Editori Riuniti pubblica la traduzione, priva di biobibliografia dell’autore e di bibliografia (presente invece nell’edizione originale, seppure molto limitata), di un’opera composta dall’etnologo, archeologo, economista e storico Parain. La prima osservazione è che l’autore, di formazione e fede marxista, è interessato soprattutto ad alcuni aspetti del secondo secolo: il rapporto fra i latifondisti dell’ordo senatorio e i piccoli proprietari, il permanere del sistema schiavistico, la negatività dell’imperialismo, su cui costruisce le motivazioni della crisi di fine secolo. Piuttosto limitato il riferimento esplicito agli storici, Historia Augusta, Cassio Dione (assente quasi del tutto Suetonio): anche la discussione su di loro è ridotta.
Più interessante la presentazione del personaggio dell’imperatore a partire dall’epistolario e dai Ricordi (εἰς ἑαυτόν), citati in traduzione con molta ampiezza: l’autore rileva in particolare dalle lettere (forse con qualche esagerazione, ma è ugualmente interessante) il sorgere nella civiltà antica del sentimento della tenerezza, e nei Ricordi il passaggio dalla saggezza al nichilismo.
Un capitolo è dedicato al cristianesimo, soprattutto ai martiri di Lione del 177 e alla polemica fra Callisto e Ippolito, peraltro successiva di vari decenni alla morte di Marco Aurelio: un resoconto un po’ sbrigativo che si basa sul contrasto fra la fede dei martiri e le lotte per il potere.
Buona la scrittura. Nel complesso, nonostante i difetti, una lettura utile.