La serie di Kaeso il pretoriano
Les mystères de Pompéi, 2008
Una new entry valida e interessante. Il protagonista è un giovane pretoriano che per il tradimento di un sottoposto è stato denunciato a Seiano, imprigionato e privato dei beni. Riottenuta la libertà (il come si scoprirà in seguito) è stato relegato a Pompei in qualità di centurione di una caserma disordinata e inefficiente. Mentre si dà da fare per riorganizzare allenamenti, prestigio militare e pulizia, si trova coinvolto in diversi omicidi di cui si palesa a poco a poco il risvolto politico, con una soluzione finale inattesa. Curioso il fatto che, a parte una leggera scossa di terremoto all’inizio del romanzo, il “tema di Pompei” non c’è, neanche come fosca premonizione: il luogo è scelto perché poco appetibile per un giovane ambizioso, e per la vicinanza con Capri, dove risiede Tiberio.
Meurtres sur le Palatin, 2009
Nel secondo romanzo Kaeso, dopo la rovina di Seiano, è stato reintegrato nei pretoriani ed è tornato a Roma: qui si trova ad affrontare alcuni omicidi che sembrano seriali, connessi con giri di scommesse clandestine in cui è coinvolto il fratello del sottoposto che l’aveva tradito. Una vicenda particolarmente truculenta, con un finale del tutto inaspettato.
I diversi personaggi sono originali e simpatici: Kaeso è figlio di un nobile romano e di Hildr, guaritrice della temibile tribù germana dei Brutteri: lui stesso ha anche il nome familiare Wotan. La madre partecipa alla vicenda a vario titolo, assumendo in particolare la funzione “poliziesca” di medico legale: ma la responsabilità verso di lei, rimasta vedova e respinta dalla famiglia del marito, è anche un pesante fardello per Kaeso, che sogna avventure esotiche e gloriose perennemente rimandate. Rimandato è anche il matrimonio, benché Kaeso sia attratto dalla cugina Concordia, l’unico legame rimasto con la famiglia paterna, una ragazza pazzerella e avventurosa, appartenente al genere delle collaboratrici più o meno accettate dal detective maschio. Il rinvio del matrimonio ha per l’autrice il vantaggio di implicare Kaeso in brevi vicende erotiche (minutamente descritte). Decisamente originale è il coinvolgimento della famiglia imperiale: Kaeso era amico di Nerone, il primogenito di Germanico morto in prigionia; l’amicizia prosegue con Caligola, fratello minore di Nerone e unico sopravvissuto fra gli eredi dell’impero, che nei romanzi costituisce una curiosa e inedita spalla; inoltre incontriamo Claudio e sua madre Antonia, le sorelle adolescenti di Caligola, la cuginetta Lepida.Vivaci anche i personaggi minori, a partire da Io, femmina di leopardo che accompagna Kaeso come guardia del corpo.
L’Aphrodite profanée, 2011
Il terzo romanzo della serie è nel complesso sgradevole: un’accentuata sensualità, o piuttosto voyeurismo, rende pesanti e artificiosi situazioni e personaggi, spesso decisamente eccentrici. Si aggiunga che i personaggi già noti sono ormai fissi e a rischio quasi caricaturale: Claudio sempre più sciocco, Caligola sempre più accattivante, Concordia sempre più inutilmente in attesa di matrimonio, lo stesso Kaeso/Wotan sempre in lite coi superiori e in cerca di impossibili evasioni. L’unica novità è il matrimonio della madre con un capo germano (per cui quasi sparisce), ma invece di sentirsi libero il figlio ha inutili e poco spiegabili gelosie.
Peccato. Il plot è discreto: comprende due filoni che si intrecciano: un traffico di statue, che coinvolge bande di misteriosi assassini, e una serie di rapimenti, drammatici, amari come conclusioni, ma non privi di elementi comici (si avverte l’influenza di Pennac).