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Home Antichi detectives Daniel Chavarría

Daniel Chavarría

by Mariapina Dragonetti

El ojo Dindymenio, 1993, trad. ital. L’occhio di Cibele, ed. Net, 2005

di Giulia Regoliosi

Il romanzo, di un autore uruguaiano trapiantato a Cuba, è ambientato ad Atene a partire dai prodromi della guerra del Peloponneso fino alla peste e s’incentra intorno alla ricerca di un’ametista, appartenuta inizialmente ad una statua frigia di Cibele e poi riutilizzata nel Partenone. Nella vicenda sono coinvolti privatamente e politicamente personaggi storici quali Pericle, Aspasia, Alcibiade, Socrate, Nicia e moltissimi altri, nonché diversi personaggi d’invenzione, soprattutto nell’ambito degli schiavi e della prostituzione. La scrittura è molto complessa: mescola diversi registri quali lo stile epistolare, la parlata d’imitazione barbara, il dialogo socratico, il flusso narrativo mutuato da García Marquez (impossibile per un autore latinoamericano sottrarvisi), e diversi piani temporali. Si aggiunga il continuo variare di nomi e soprannomi, che rende difficile seguire un plot già molto confuso e francamente piuttosto noioso.

Ma l’intento dell’autore sembra essere al fondo un altro, seguendo la caratteristica già notata per i gialli d’ambientazione greca: in questo caso la figura essenziale è quella di una sorta di santone, non è mai chiaro quanto in buona fede o quanto cialtrone, creatore di una nuova religione che costituisce un’evidente parodia blasfema di quella ebraico-cristiana. Un libro quindi decisamente sgradevole.