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David Wishart

by Mariapina Dragonetti

La serie di Marcus Corvinus

di Giulia Regoliosi

L’autore, un insegnante scozzese, crea il suo personaggio e io narrante, Marco Valerio Messalla Corvino, ricavandone il nome e un’evanescente identità dalla numerosa gens citata dagli storici latini, in particolare Tacito, dai cui Annali attinge liberamente facta atque infecta. Corvino è di buona famiglia ed economicamente ben provvisto, a differenza dei detectives di professione di Saylor e Davis: si tiene lontano dalla carriera politica per scelta, provocando disagio soprattutto negli anziani della famiglia, ma resta coinvolto nella soluzione di diversi intrighi quasi suo malgrado, cosa che alla lunga porterà l’autore a creare occasioni sempre nuove e non sempre plausibili. Il personaggio è simpatico (anche se eccessivamente sboccato), con una famiglia ben connotata (padre risposato, madre risposata, zio losco, alcuni schiavi  caratterizzati con cura). La collocazione cronologica è l’età di Tiberio.

Ovid, 1995

Nel primo romanzo l’intrigo è connesso con l’esilio di Ovidio e l’eccidio della selva di Teutoburgo; in questa occasione Corvino conosce la figliastra di Ovidio, Perilla Rufia, una donna colta e forte, che sposerà e a cui rimarrà tenacemente fedele, facendone anche una sorta di collaboratrice, seppure schiva e dignitosa (un topos frequente, come risulta da altre serie recensite).

Germanicus, 1997

Nel secondo romanzo l’intrigo riguarda la morte di Germanico: l’incarico di risolverlo gli viene affidato da Livia Augusta e lo porterà ultimamente a dover abbandonare Roma e la potenza di Seiano per trasferirsi con Perilla ad Atene.

Sejanus, 1998.

Dopo dieci anni trascorsi ad Atene, Corvino torna a Roma con la moglie (il matrimonio è rattristato dall’assenza di figli) per celebrare il funerale del padre. Seiano è enormemente cresciuto in potenza e sta per essere nominato successore da Tiberio, in esilio volontario a Capri.  Dopo il funerale Corvino viene accostato da due personalità politiche che gli chiedono di adoperarsi per la rovina di Seiano e gli consegnano una lettera postuma di Livia con l’indicazione di alcune piste da seguire. Il lavoro di scavo sugli eventi degli anni appena trascorsi e su possibili complotti in corso è lungo e complicato, non facile da seguire per il gran numero di persone, in massima parte storiche: inoltre nell’indagine compaiono periodicamente due curiosi personaggi, un piccoletto azzimato e un gigantesco filosofo, il cui legame con la storia emergerà insieme ad alcuni dati in loro possesso; compare anche un inquietante spagnolo, la cui figlia adolescente entrerà alla fine a far parte della famiglia di Corvino e Perilla. Naturalmente la fine di Seiano è nota e attesa, ma il plot è comunque interessante, così come le motivazioni di Tiberio nelle scelte politiche e dinastiche.

The Lydian Baker, 1998

Corvino e Perilla sono tornati ad Atene nauseati dalle vicende politiche romane e dalle prospettive che si aprono; la figlia adottiva Marilla è rimasta e rimarrà in seguito presso una vecchia zia nella campagna romana, da cui riemergerà in alcuni romanzi: una strana scelta, tenendo conto del doloroso desiderio di maternità di Perilla, che permette all’autore una maggiore libertà ma riduce quella ricchezza di vicende e facce caratterizzante, ad esempio, i romanzi della Davis e di Saylor.

Lo spunto del plot deriva dalla leggenda di una statua d’oro dedicata dal re di Lidia Creso alla panettiera che l’ha salvato dall’avvelenamento, statua offerta poi al santuario di Delfi. A questa leggenda, tratta da Plutarco ed Erodoto, l’autore mescola l’invasione dei Galli in Grecia del III sec. a.C. e altri fatti abilmente connessi. Immagina che la statua sia stata ritrovata e sia oggetto di desiderio (artistico, antiquario o economico) da parte di molti possibili acquirenti, più o meno legittimi. Fra questi c’è il patrigno di Corvino, che lo incarica di comprare la statua dopo averla fatta valutare da un esperto dell’Accademia platonica. Ne derivano molte morti e molti sospetti (fin troppi), con alcuni colpi di scena interessanti e la ricomparsa di un personaggio che collega una storia sostanzialmente senza tempo con i fatti dell’epoca.  

Old bones, 2000

Mondadori ha pubblicato nei Classici del giallo quest’unico romanzo di Wishart, col titolo Il segreto della necropoli, sottotitolo I delitti dell’antica Roma!, 2003. Notiamo con molta perplessità la politica editoriale dei Gialli Mondadori, che dopo aver perso autori di prestigio o di successo sugli antichi detectives come la Doody o la Comastri Montanari o la Davis, ha pubblicato nei Classici un libro recente appartenente ad una serie, senza neppure specificarlo nella biografia dell’autore, e con un sottotitolo (nonché l’assurda immagine di copertina) davvero banale. Il lettore italiano (me compresa, è stato il primo libro della serie incontrato) trova un personaggio che ha palesemente una storia pregressa, vicende familiari e personali oscure, persino lo stesso coinvolgimento della detection non spiegato data l’assenza di precedenti. Si aggiunga che il titolo inglese è abbastanza vago, mentre il titolo italiano, per non parlare del riassunto in quarta di copertina, risolve già l’intrigo: in realtà il testo per almeno tre quarti sembra indicare i moventi degli omicidi in altre direzioni, connesse con vicende amorose o con rivalità di viticultori. Il romanzo non è peraltro uno dei migliori di Wishart, senza riferimenti storico/politici  e con una collocazione in Etruria dell’intera famiglia (si ricordi che Corvino e Perilla abitano ad Atene, anche se al termine si preannuncia un ripensamento) per una vacanza senza motivazione, salvo l’hobby del patrigno. L’interesse enologico si collega con la straordinaria competenza sui vini che risulta negli altri romanzi e che a quanto pare è una peculiarità dell’autore. L’interesse per storia e civiltà etrusca (compreso un indovinello onomastico a fine libro) si collega con una tendenza all’erudizione che in altri romanzi prevarrà eccessivamente.

Last Rites, 2001

Corvino, ormai rientrato a Roma con la moglie,  è pregato di svolgere un’indagine discreta e ufficiosa in una situazione imbarazzante: mentre si svolgevano nella casa del console i riti esclusivamente femminili della Bona Dea una giovane Vestale è morta, forse suicida, forse assassinata. L’indagine, molto complicata e con frequenti cambi di prospettiva, torna ad avere un risvolto politico: tuttavia proprio questo risvolto, non troppo modificabile storicamente, finisce per rendere un po’ ovvia e banale la soluzione, dopo tante ipotesi via via scartate.

White Murder, 2002

Un ampio romanzo  legato agli ambienti delle corse di cavalli. Corvinus è casualmente coinvolto nell’assassinio di un auriga, Pegasus, passato di recente dall’importante fazione dei Verdi alla più modesta dei Bianchi e incaricato di guidare un nuovo acquisto della scuderia. Seccato perché il vigile in carica dell’omicidio intende liquidarlo come l’esito di una rapina, Corvinus si assume l’onere dell’inchiesta, convincendo anche il capo dei Bianchi.
L’inchiesta, portata avanti per ripicca e quindi molto fragile come motivazioni (così già in Old Bones e, si vedrà,  in altri romanzi), conduce Corvinus a parlare coi proprietari delle quattro fazioni (oltre a Verdi e Bianchi, i Blu e i Rossi), gli aurighi, gli stallieri, i vari addetti,  le loro famiglie; inoltre penetra nell’ambiente delle scommesse clandestine con le diverse implicazioni politiche, nell’ambiente degli allevatori, dei trasporti marittimi di animali, fino a sobbarcarsi un viaggio in Sicilia che lo porterà a rischiare la sua vita e quella della moglie.
La parte finale, con le avventure di viaggio, e lo scioglimento con un buon imprevisto, rialzano l’interesse venuto meno nel lunghissimo intreccio pieno di ipotesi riprese e abbandonate e ricapitolazioni piuttosto ripetitive (si annoia Perilla, e un po’ anche il lettore).

A vote for murder, 2003

Corvinus e Perilla sono ospiti della zia di Perilla, Marcia, nella sua villa sui colli albani: qui abita stabilmente la loro figlia adottiva Marilla, ora sedicenne. Il locale capo del senato chiede a Corvinus di indagare sull’assassinio di Bolanus, uno dei due candidati alla carica di censore.  L’indagine, inizialmente orientata verso l’altro candidato, il ricco arrampicatore sociale Concordius, abbandona presto questa pista (anche troppo presto: il titolo perde di senso)  e si rivolge all’ambiente dei tradizionalisti latini, avversi allo strapotere di Roma. Con l’aumentare dei delitti aumentano anche i moventi e i possibili colpevoli, mentre si avvicina il tempo del festival latino, particolarmente rischioso per i rapporti fra Roma e il Lazio. Libro piacevole, umoristico nelle vicende minori (la gara di assaggio dei vini, la pecora Dassa), e interessante nella ricostruzione delle vicende storiche più antiche, mentre saggiamente sorvola sui fatti contemporanei. Il whodonit è un po’ macchinoso, col topos del messaggio in punto di morte usato in modo piuttosto discutibile; buona la scelta del colpevole, con un colpo di scena prevedibile solo per chi si aspetta capovolgimenti. Personaggi simpatici, anche se di maniera: la vecchia zia aristocratica ma intelligente e aperta ha parecchi modelli (uno per tutti: la zia Vespasia dei romanzi vittoriani di Anne Perry), mentre la ragazzina vivace, amante degli animali, libera nella scelta degli amici sembra un po’ troppo lontana dal suo passato drammatico: e forse per questo viene tenuta a distanza dall’autore, che la “ripesca” solo saltuariamente. Un’ultima nota: l’incipit è scopertamente una citazione di Jerome K. Jerome: una civetteria discutibile.

Parthian Shot, 2004

Questo romanzo vede Corvinus incaricato di un’indagine non ufficiale su un attentato subìto dal pretendente al trono dei Parti, che vive a Roma da molti anni in attesa di rivendicare il suo diritto. Nuovamente legata all’attualità politica, l’indagine coinvolge altre personalità orientali quali il losco pretendente al trono di Armenia e interessi politico/commerciali sulla via delle spezie: ricca di intrighi e colpi di scena risulta di buon interesse.

Food For The Fishes2005

Ritroviamo Marcus Corvinus con la moglie, la madre e il patrigno in vacanza ad Ostia. Poiché Corvinus non è un detective né ha qui incarichi ufficiali o semiufficiali, l’autore (come abitualmente la Comastri) è costretto a trovare pretesti per l’investigazione: in questo caso l’aver incontrato al bar un poveraccio che viene in seguito accusato di un delitto. L’ambientazione di tale delitto sembra ispirata al romanzo Pompeii, cui si rimanda, ma al fondo si tratta di una di quelle famiglie maledette così comuni nella giallistica anglosassone, con l’aggiunta di elementi topici della malavita (usurai, case da gioco, bordelli): che si svolga nell’antichità non conta quasi per nulla e, se non esistessero gli altri romanzi, non si capirebbe neppure in che secolo è ambientato questo. L’indagine è anche qui caratterizzata da continue riflessioni e ricapitolazioni e da qualche incidente di percorso: si arriva alla fine per esclusione, in base ad una traccia minima, peraltro interessante. Un’aggiunta: se il lettore non conosce le regole del Backgammon (come nel mio caso) si troverà in difficoltà in una delle scene fondamentali del romanzo.

In at the death, 2007

Ritroviamo fortunatamente l’implicazione storico/politica in questo romanzo ambientato poco prima della morte di Tiberio. Wishart utilizza abilmente i capp.48 e 49 del VI libro degli Annales, vale a dire una serie di processi per motivi vaghi di personaggi abbastanza importanti (fra cui Domizio Enobarbo, di lì a poco padre di Nerone) e un fatto di cronaca così irrilevante da risultare strano, soprattutto perché collocato da Tacito solo qualche riga prima del drammatico capitolo sull’assassinio dell’imperatore. Racconta dunque lo storico che un ragazzo, molto viziato dalla madre separata, si suicida buttandosi dall’alto di una casa. Perché mai questo fatterello, certo uno fra tanti? Wishart immagina che a Corvino sia chiesto di indagare su questa morte dalla madre del giovane e da un amico di famiglia, per scoprire le cause del suicidio. Convincendosi a poco a poco che si tratta di un omicidio, Corvino si aggira per Roma accompagnato da un’ingombrante e famelica cagna enorme che la moglie ha avuto in affido: si accorgerà di avere a che fare con due diversi gruppi di potere e, in sostanza, di essere stato manovrato.
Come sempre, i romanzi “politici” dell’autore sono i più interessanti, anche se il dopo-Seiano finisce per essere un po’ ripetitivo. In appendice Wishart lamenta di essere giunto al limite della grande lacuna compresa fra i libri sesto e undicesimo degli Annales: se vorrà proseguire con l’impero di Caligola non avrà più il sostegno di Tacito.

Illegally dead, 2008

Marilla, la figlia adottiva di Corvino che abita a Castromoenium con la vecchia zia, scrive ai genitori una lettera piena di notiziole sugli animali di casa ma termina chiedendo loro di venire per investigare un presunto assassinio. La richiesta parte in realtà dal medico locale, padre del fidanzatino di Marilla: un suo cliente, avvocato di un rinomato studio, è morto per problemi di cuore, ma la medicina che doveva curarlo è stata sostituita con acqua. L’indagine appare subito problematica dal punto di vista legale: se non si vuole torturare gli schiavi o accusare la moglie, è difficile il permesso per un’inchiesta ufficiale. Viene però trovato morto un giovane schiavo della casa, in possesso di oggetti del defunto: questo offre la possibilità di dare inizio all’indagine, nell’ipotesi che lo schiavo sia l’assassino. Ma naturalmente la sua morte non può che far pensare ad un complice o un mandante. Corvino scopre che il defunto era affetto da un sorta di follia, che lo portava a scenate, accuse e comportamenti illeciti: ma il resoconto delle sue stranezze fatte dalla moglie, il cognato, il socio in affari e altra gente di casa e ufficio a poco a poco risulta non tutto genuino. Così pure un attentato avvenuto poco prima della morte contro di lui e il socio, come anche un nuovo attentato contro il socio stesso, forse avevano una storia diversa. Avvolto in una rete di bugie, omissioni e mezze verità, mentre altre morti richiedono spiegazioni, Corvino indaga su storie di antichi processi e cause recenti, fino a giungere alla soluzione. Plot complesso, abbastanza credibile. Simpatici i personaggi di cornice: il medico appassionato di autopsie, il figlio che ne segue le orme con grande abilità, il politico locale prudente ma dominato dalla grande dama, il cuoco pazzoide che dà lezioni di culinaria alle massaie…Si prepara infine un matrimonio.

Bodies politic, 2010

No cause for concern, 2012

Non avendo più Tacito a disposizione, l’autore utilizza la biografia di Caligola di A. Barrett (si veda nella nostra rubrica Biografie) le fonti riportate. Questa utilizzazione è evidente (oltre che ampiamente spiegato nella postfazione) in Bodies politic, uno dei romanzi più decisamente politici della serie. Mettendo insieme facta atque infecta, Wishart ipotizza una complicata macchinazione che coinvolge persone della famiglia Giulio-Claudia, governatori di province, ufficiali, mercanti e poeti. Come sempre, la partecipazione di Corvino è poco credibile (qui si parte da una pseudo  lettera post mortem) e l’ostinazione con cui persegue l’indagine, dopo averne ottenuto il permesso da Caligola (cosa già strana in sé), rischiando più volte la vita (e non solo la sua) e viaggiando fino ad Alessandria, ha un po’ del perseverare diabolicum. Alla fine il complotto è scoperto, ma non tutti sono perseguiti, per non andare troppo contro la storia. Plot difficile da seguire, con troppe implicazioni. Certo l’interesse per un periodo importante dell’impero regge la lettura; simpatici i personaggi di contorno, i due fidanzatini (la ricomparsa figlia e il futuro sposo), gli amici con numerosa famiglia, lo stesso imperatore. L’aspetto turistico è piuttosto pesante, non solo per il protagonista. L’altro romanzo appartiene alla serie non politica, in cui il coinvolgimento del protagonista è ancora meno spiegabile. Qui un boss della malavita (già conosciuto) lo costringe a cercare il figliastro, scomparso col suo schiavo. Si succedono diverse morti, fino al discreto colpo di scena finale.

Solid Citizens, 2013

Sono i giorni delle feste invernali (i Saturnali, un altro dei temi obbligati nei gialli d’ambientazione latina). Corvino e Perilla vanno a passarli nella villa di campagna appartenuta un tempo alla vecchia zia e ora ereditata dalla coppia di sposini, la figlia adottiva e il marito, un giovane medico. Qui Corvino viene interpellato da un politico locale perché indaghi sulla morte del censore neoeletto, trovato ucciso nei pressi del bordello. In parte per rispondere all’appello, in parte per sfuggire alle beghe familiari (i litigi fra i due staff di schiavi, l’arrivo di madre e patrigno con cuoco fantasioso al seguito), si affanna nella ricerca, che lo porta nel paese vicino, a Tivoli e a Roma, negli ambienti della prostituzione etero e omo, dei brogli politici ed economici  e dell’antiquariato. Mentre crescono le morti, ha l’aiuto del genero: molto simile al  medico legale delle varie serie televisive, introduce perfino la possibilità di esaminare le impronte digitali.

Plot discreto, nel complesso credibile se si tiene conto nell’usuale stranezza della detection su commissione. Il contesto familiare è gradevole e non posticcio, ma il ruolo delle due donne, moglie e figlia, è solo di contorno.

Finished business, 2014

Decisamente uno dei romanzi migliori della serie, ambientato fra la fine del 40 e il gennaio 41 (data significativa). Il motivo occasionale è come sempre esile fino all’assurdo: una matrona grassa quanto imperiosa chiede a Corvino di indagare sulla morte dello zio, colpito da un pezzo di parapetto mentre ispezionava una costruzione pericolante. Naturalmente la morte è stata considerata accidentale, ma la nipote, convinta sostenitrice dello spiritismo, dichiara che il suo spirito-guida, Alessandro Magno, l’ha avvertita che si tratta di omicidio. Corvino si assicura con un controllo sul posto che è stato effettivamente omicidio e inizia l’indagine. Questa sembra portarlo all’ambiente familiare: l’ex-moglie, il figlio maggiore di poco successo, il figliol prodigo, la giovane amante con marito a carico, l’amministratore preoccupato per gli sperperi. Uno schiavo ha visto un estraneo il giorno della morte del padrone: la ricerca del presunto assassinio prosegue a sbalzi per tutto il romanzo. Ma nel frattempo l’indagine si sposta: una frase dell’ex-moglie della vittima (rimarrà sostanzialmente inspiegata fino alla fine) porta Corvino negli ambienti politici della Roma di Caligola: rischiando più volte la vita, si troverà implicato nella o nelle congiure contro l’imperatore, con un continuo gioco delle parti fra innocenti, colpevoli e vittime: in questa pericolosa situazione insisterà pervicacemente a indagare per salvare Caligola, che pure sa essere un  mostro crudele e folle.

Ricco di figure minori, con caratterizzazioni interessanti fra personaggi storici e no, ipotesi storiche credibili pur con qualche modificazione (spiegata nella postfazione). Perilla è al meglio sia come aiuto nell’indagine sia come cultura: una buona spiegazione del concetto di edizione critica, spiegazione acuta di una specie di messaggio in punto di morte (ma Corvino la completerà alla fine), osservazioni linguistiche su parole greche … e diviene anche nonna nel frattempo.

Trade secrets, 2015 UK-2016 USA

Sono passati pochi mesi dal libro precedente, Claudio è succeduto a Caligola e i tempi sono tranquilli: un giallo, quindi, non politico. Marco e Perilla si stanno abituando al ruolo di nonni, lui di malavoglia, lei con l’agitazione di chi non ha avuto figli piccoli. Ma, secondo l’uso di Wishart, i legami familiari non portano via troppo spazio: figlia e famigliola ripartono dopo una breve visita e la coppia principale procede come sempre.
I delitti in questione sono due, apparentemente non connessi e introdotti nella vita della detection dilettante, come sempre, con pretesti: un uomo d’affari trovato morto presso un tempietto era fratello di un’amica di Perilla, che chiede a Marco d’investigare; un altro uomo d’affari muore d’infarto nei giardini della Biblioteca di Pollione: ma la figlia e il genero di Marco, che vi passeggiavano durante la breve visita a Roma, scoprono che dopo la morte è stato accoltellato e insistono per un’indagine.
Risulta dai molti contatti che entrambe le vittime erano dei mascalzoni: seduttore e ricattatore l’uno, imbroglione e vendicativo l’altro, tutti e due responsabili di morti e tutti e due ben poco rimpianti: Marco, dopo aver scavato nella loro vita privata e nelle attività commerciali, a Roma e al porto di Ostia, risolve i casi a malincuore, quasi dispiaciuto di dover, almeno nel caso dell’assassinio vero e proprio (l’altro è stato in fondo solo l’attacco ad un morto) consegnare il colpevole. Alla fine si risolve anche la misteriosa morte del gatto del vicino, che ha creato screzi e minacce di processi.

Un buon libro, ben congegnato, con molte piste e soluzioni inattese. Curiose alcune civetterie linguistiche: due volte Marco usa espressioni francesi dicendo che sono greche, un’altra volta, dopo aver usato il generico one in un dialogo, specifica che, s’intende nell’”originale latino”, ha usato il femminile, per cui l’interlocutrice risponde in tal senso. Insomma sembra che il nobile romano racconti in inglese, con battute in francese, traducendosi da sé i propri dialoghi.

Foreign Bodies, UK/USA 2016

A differenza di diverse località italiane, fra cui ovviamente Pompei, e delle  locations predilette, cioè Alessandria, Olimpia e la Britannia, la Gallia non è molto frequentata dai giallisti classici. Naturalmente non manca un’ambientazione in Gallia nei romanzi dell’epoca di Cesare (Saylor, Maddox Roberts, Nahmias) legati alle guerre di Cesare stesso; altrimenti abbiamo casi sporadici: un libro di J.d’Aillon (età di Augusto/Tiberio), uno della Davis (età di Vespasiano), uno della Downie (età degli Antonini) e il libro anomalo di C.Goudineau (età di Caligola/Claudio). Giustamente, Celti per Celti, gli anglosassoni, cioè i giallisti prevalenti, preferiscono i Britanni, cui dedicano anche intere serie.
Non è un caso che Corvino, incaricato da Claudio di recarsi a Lugdunum per indagare sull’assassinio di un suo protetto, rimanga stupito e poco disposto al viaggio. Tuttavia l’incarico è gratificante, con un titolo prestigioso, accomodamenti di buon livello per tutto il percorso, accoglienze nelle residenze imperiali; purtroppo la compagnia è completata da un medico affascinante, apprezzatissimo da Perilla (sarà pure nonna, ma è ancora sulla breccia!) ed eccessivamente salutista. 
Le indagini presso i Galli, sia a Lugdunum sia ad Augusta dove il gruppo si sposta, sono deludenti, all’insegna della completa omertà. Nel frattempo si aggiungono altre morti, apparentemente non connesse fra loro, e si profila una pista politica: un tentativo di creare agitazione e rivolta fra i Galli, quasi una continuazione di quella (storica) di Giulio Floro, per impedire o ritardare la spedizione di Claudio in Britannia: il tema-Britannia quindi ricompare.
Diversi colpi di scena portano alla doppia soluzione finale, che in parte rimane aperta.

Un buon libro, credibile come ambientazione e personaggi, ben costruito. Un paio di obiezioni: nel 42 è molto improbabile che fosse già scritta, pubblicata, diffusa in Gallia e più volte consultata l’opera di Columella, che presumibilmente ha iniziato a occuparsene terminata la carriera militare nel 41; inoltre ci risulta che l’incognita X sia stata usata per la prima volta in un’opera di Cartesio (XVII secolo).

Family commitments, 2017

Il successivo libro della serie cambia modalità di pubblicazione e viene stampato direttamente da Amazon, segno probabilmente di un interesse di pubblico ormai diminuito. Wishart tenta di mescolare i suoi due temi principali: il crimine con addentellati nella malavita e le vicende politiche della dinastia giulio-claudia, ora incentrata sull’imperatore Claudio e  sua moglie Messalina. Si aggiungono (da cui il titolo) vicende familiari, sospetti di affari extraconiugali riferiti al patrigno e la comparsa di parentele sconosciute.

L’insieme non regge molto. Almeno metà del romanzo vede un andirivieni di Corvino presso un potente boss  incontrato in due precedenti libri: terribile assassino ma, già si sa, non poi così pericoloso, purché possa recuperare una collana da regalare alla moglie. Poi la storia diventa politica e mescola fatti veri e non, con qualche salto creativo.
Nel complesso non uno dei libri migliori. Aggiungo un paio di obiezioni: c’è qualche confusione nelle parentele fra zio, cugino e nipote, peraltro scusabile a proposito della complicatissima famiglia giulio-claudia. Ed è un po’ anacronistico usare l’espressione “grey eminence”!  

Going back, 2018

Il ventesimo libro della serie è veramente interessante, anche se lo spunto iniziale è piuttosto fragile, come spesso in questa serie di detection non professionale. Siamo nel 44: Corvino e Perilla sono invitati a cena dall’imperatore Claudio e Messalina. Claudio chiede loro di recarsi a Cartagine a investigare sull’assassinio di un ex pretore trasferitosi lì al tempo di Seiano e arricchitosi come proprietario terriero. Il motivo dell’indagine, vecchia ormai di due mesi, è l’amicizia della vedova con la madre di Messalina. I due partono con grandi onori e pieni poteri, nonostante l’inimicizia del governatore Galba che li scarica rapidamente al suo vice. L’ospitalità viene offerta da una giovane donna il cui padre è morto in un presumibile incidente lasciandola sotto la tutela degli zii, per cui la casa è rimasta vuota e a disposizione. Ben presto Corvino si trova a connettere diverse morti apparentemente slegate: l’ex pretore, l’ex padrone della casa ospitale, un mercante di schiavi di passaggio a Cartagine,  un giovane accusato ingiustamente di furto e frustato a morte e un gladiatore dalla vita amorosa molto attiva.  Benché il procedimento deduttivo sia a volte un po’ troppo  ardito, il plot tiene. Si aggiunge l’interesse per Cartagine ricostruita e per l’antico sito di Utica:   Perilla in particolare ci guida nel tour e aggiunge una ricerca storica sulla fine di Cartagine.

Infine: è curioso che venga ricordata a più riprese la drammatica vicenda della figlia adottiva Marilla, in un contesto pretestuoso e dopo molti libri in cui tale vicenda sembrava totalmente dimenticata.

Dead men’s sandals, 2020

Col ventunesimo libro Wishart torna all’ambiente della malavita, anche se in trasferta. Il boss già incontrato in precedenti libri chiede a Corvino la restituzione di un favore: deve andare a Brindisi accompagnato da un suo uomo per risolvere un duplice problema: un boss suo amico è stato ucciso ed è sparito un prezioso anello destinato al matrimonio della nipote. Corvino si trasferisce a Brindisi con la moglie e gli schiavi di casa e inizia le indagini, benché malvisto da tutti gli interessati per l’ingerenza: il concetto è che l’ambiente della malavita ha le sue leggi e risolve da sé le sue questioni. L’indagine coinvolge i due figli e presumibili successori del morto, le loro mogli, la figlia del maggiore destinata al matrimonio ma ben poco disposta, il clan rivale che si supponeva dovesse allearsi proprio attraverso il matrimonio; inoltre il vice del morto e suo figlio, nonché altri membri della casa e del clan. Ambiente sgradevolissimo, a diversi livelli: c’è l’equivalente dell’onorata società, ci sono criminali senza regole, e tentativi di uscirne con ogni mezzo per iniziare nuovamente su basi legittime. Corvino ricostruisce una storia vecchia di decenni e riesce a risolvere le vicende recenti, che nel frattempo hanno accumulato diverse morti. La vicenda dell’anello resta un fatto laterale, legato alla scelta di vita della ragazza. Come già in altri libri, il tema della malavita rende superflua l’ambientazione antica: ci si accorge appena che l’imperatore è Claudio e che il contesto ha una coloritura romana. Il plot però è gradevole e la storia regge.