Lettura scenica al XXIX Meeting dell’amicizia tra i Popoli ( 2008) da testi di Omero, Sofocle, Euripide
a cura della Redazione
Realizzazione teatrale di Andrea Carabelli
Con: Simone Arosio, Adriana Bagnoli, Matteo Bonanni, Andrea Carabelli, Margherita Saltamacchia.
Musiche originali di Ivano Conti e Francesco Farina
Dal comunicato stampa diffuso dalla Redazione del Meeting :
“Come studiosi del mondo antico – ha detto introducendo lo spettacolo Olivia Merli, della redazione di Zetesis – ci siamo confrontati col titolo del Meeting 2008: in tre opere classiche, abbiamo fermato l’attenzione sulla vicenda di tre giovani che trovano se stessi e diventano protagonisti di qualcosa di grande”.
I tre giovani indicati sono rispettivamente Ippolito1, dell’omonima tragedia di Euripide, Telemaco2, dell’“Odissea” di Omero, e Neottolemo3, del “Filottete” di Sofocle.
Il travagliato percorso dei tre giovani dell’antichità è stato sintetizzato, sulla schermo che faceva da sfondo al palco, da tre affermazioni. La prima è quella che Ippolito rivolge conclusivamente al padre: “Ti perdono per la mia morte”; la seconda riprende l’invito della dea Atena a Telemaco: “Non essere più un bambino, non è più l’età. Sii coraggioso perché vi sia, tra i tuoi discendenti, chi parli bene di te”; la terza affermazione, infine, viene pronunciata da Neottolemo: “Se la giustizia è al mio fianco non ho paura”.
La lettura drammatizzata, andata in scena il 27 agosto 2008, ha ottenuto largo consenso di pubblico (oltre 250 persone, con un’alta affluenza di giovani), che ha seguito con interesse e attenzione lo spettacolo. Rivolgendosi in particolare ai giovani presenti, Carabelli ha lanciato l’ipotesi di un loro maggiore coinvolgimento, ad esempio nel coro di un futuro spettacolo.
Se vuoi sentire le musiche usate in questa edizione, clicca qui
- Ippolito: il giovane che ha posto tutto il senso della sua vita nell’adesione alla dea Artemide, cui offre la sua verginità e di cui s’illude di avere l’affetto. L’impeto ardente ed entusiasta con cui aderisce alla dea lo porta ad inimicarsi Afrodite, che ne macchina cinicamente la rovina. Accusato ingiustamente dal padre Teseo e ridotto in fin di vita, quando Artemide con tiepida sollecitudine giunge a scagionarlo pur deluso nella sua grande speranza le obbedisce per l’ultima volta perdonando il padre: l’unico caso di perdono nel mondo del mito greco. ↩︎
- Telemaco: figlio di Odisseo, è un giovane in formazione, cresciuto senza padre, desideroso di recuperare le sue radici, conoscere la realtà e riappropriarsi del suo posto minacciato dai pretendenti della madre. Ha l’aiuto della dea Atena, i consigli di uomini adulti a cui la dea lo manda (gli amici del padre Nestore e Menelao) e infine l’autorevolezza del padre ritrovato, con cui instaura un rapporto di condivisione. ↩︎
- Neottolemo: giovane figlio di Achille, ambizioso e desideroso di provare il proprio valore ed emergere fra gli antichi compagni del padre, orgoglioso di essere stato prescelto dalla profezia per la conquista di Troia. Odisseo tenta di svolgere su di lui un’azione di pervertimento: la gloria e il potere si acquistano a prezzo dell’inganno e del tradimento, l’onestà si farà sempre in tempo a recuperarla dopo; diviso fra lealtà e l’attrattiva del potere, il giovane sa scegliere anche grazie alla fiducia prima, ai rimproveri poi di Filottete, l’infelice che dovrebbe tradire. ↩︎