a cura della Redazione
L’attenzione con cui guardiamo al mondo pagano classico, la sua continua ricerca del divino, alle domande, ai tentativi di risposta, alle delusioni e ai tradimenti che percorre tutta l’antica zétesis, ci porta talvolta a trascurare, sia nei nostri studi personali o universitari, sia nel lavoro scolastico, il cristianesimo primitivo: sovente lo studio della letteratura cristiana antica resta 1’interesse privato di alcuni, che vi hanno dedicato il lavoro di tesi, e, per gli altri, un frettoloso, magari imbarazzato per il timore di sbagliare o annoiare, elenco di noni, opere per lo più sconosciute, problemi teologici ed eresie. Eppure nessuno di noi nega l’importanza storica, culturale, linguistica della prima civiltà cristiana: scoprire come è avvenuto nel mondo antico l’incontro fra zétesis e kérygma, fra la ricerca umana e la rivelazione divina, e come questo incontro ha segnato società e cultura, aprendo la via ad una nuova e sintetica civiltà, ha un interesse fondamentale, sia da un punto di vista storico, sia da un punto di vista paradigmatico. Che cosa impedisce che il riconoscimento comune di una tale importanza e di un tale interesse divenga concreta passione di studi, concreta e convinta prassi scolastica? Partendo da queste domande abbiamo voluto dedicare il numero, o le maggior parte di esso, alla questione della letteratura cristiana antica: offriamo in particolare uno studio metodologico-lessicale; inoltre un lavoro redazionale su alcune letterature scolastiche latine e greche, di cui si è cercato di rilevare l’attenzione e lo spazio rivolti elle cultura cristiana.
Si tratta ancora di passi iniziali, per prendere coscienza del problema: chiediamo e tutti i lettori di intervenire con contributi e proposte.