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Editoriale 1991-2

by Mariapina Dragonetti

a cura della Redazione


Il cammino della riforma ha avuto negli ultimi tempi un’accelerazione, dopo la pubblicazione e l’invio a tutte le scuole superiori del testo contenente l’intero progetto del biennio nell’ultima e definitiva stesura. In tempi molto brevi è stato approntato tutto il lavoro relativo al triennio: la rapidità dell’intera operazione lascia piuttosto sconcertati, anche perché la questione del biennio è ancora molto da discutere, e l’iter politico si è praticamente fermato, né riprenderà a breve scadenza, data l’imminente fine della legislatura. Nel frattempo molti si sono mossi, e per criticare la riforma in toto, e per valutare i nuovi programmi del biennio, per lo più negativamente, e per protestare contro alcuni aspetti del progetto (in particolare il numero delle ore o l’ambiguo atteggiamento nei confronti dei canali brevi già esistenti). Anche ambiti non certo sospettabili di preconcetta avversione contro la riforma, come la rivista Nuova secondaria, hanno dato  spazio a movimenti e associazioni generalmente ostili al progetto o a parti di esso (fa eccezione l’UCIIM, da sempre tenacemente attestata sul fronte riformista, tanto da sostenere ancora la bontà della riforma della media inferiore; il CIDI, forse significativamente, non si è espresso).

Noi ci siamo già pronunciati criticamente sul progetto nell’editoriale dello scorso numero, pur rilevando un certo miglioramento rispetto a posizioni oltranziste di anni precedenti; alcune critiche le abbiamo anche formulate come mozioni da inviare al Ministero. Altrettanto intendiamo impegnarci nei confronti dell’impostazione del triennio, appena sarà resa nota. Ci richiamiamo intanto al fatto che dobbiamo lavorare per il meglio in questa scuola, senza dimenticare che essa è, anzitutto, luogo di educazione, e quindi di accoglienza e crescita del ragazzo in conformità con la sua specifica vocazione culturale e professionale: troppo spesso ormai si perde di vista questo per inseguire innovazioni, sperimentazioni e illusorie speranze di enciclopediche efficienze (tanto meno efficienti quanto più enciclopediche). Nel desiderio di valorizzare l’esistente e di renderlo il più possibile armonico ed educativo, si svolge quindi il nostro lavoro: i contributi di questo numero riprendono problematiche già affrontate in convegni (l’insegnamento della letteratura cristiana, l’interdisciplinarietà materie classiche/storia dell’arte) o sulla rivista in anni passati (l’insegnamento del latino nel liceo linguistico) e ci aiutano quindi a proseguire un cammino.