a cura della Redazione
Con questa maturità escono le ultime classi preriforma e finisce, in sordina, un’epoca quasi centenaria. Dall’anno prossimo potremo avere più chiaro l’esito delle modificazioni apportate dalla riforma, per il classico soprattutto lo spezzettamento delle materie scientifiche, per lo scientifico la riduzione di quelle umanistiche.
Sarà anche interessante rilevare quanto le singole scuole abbiano fruito della possibilità di apportare cambiamenti al tessuto comune e con che esito: è probabile che vi saranno in futuro diversi aggiustamenti. Nel mio liceo dopo i primi due anni abbiamo eliminato scienze in prima (quarta ginnasio): infatti il tentativo di valorizzare il programma del primo anno organizzando un’uscita geologica in Val d’Ossola, pur riuscito in sé, si era poi stemperato in corso d’anno in un programma “per assaggini” poco produttivo. Abbiamo quindi rinviato le due ore ad incrementare il terzo e quarto anno, aggiungendo in prima un’ora di geostoria e un’ora di multimedialità. Bisognerà vedere se le due ore recuperate in terza e quarta, il cui fine è anche quello di una maggior concentrazione della materia, non costituiranno un aggravio orario eccessivo. Certo i programmi ministeriali riformati non sono d’aiuto, come pure le esigenze dei test anticipati (se ci saranno ancora); il rischio che vediamo è una perdita di parti del programma, nonostante l’aumento complessivo delle ore da nove a dieci: ad esempio ci pare preoccupante la perdita dell’astro-nomia, in genere amata dai ragazzi, legata alla fisica, alla storia delle scienze e all’immaginario filosofico/poetico, utile quindi per momenti interdisciplinari e riflessioni comuni fra docenti.
Nel corso dell’anno le occasioni di valorizzare il nostro mondo culturale sono state molte e tutte interessanti, al di là degli esiti. L’idea di creare una possibilità di certificazione esterna di latino, nata da un’esperienza di Genova e trapiantata a Milano, benché abbia suscitato molte perplessità, ha però dimostrato che la passione per l’insegnamento del latino nei diversi tipi di licei è ancora molto forte e agguerrita: nella riunione iniziale l’afflusso è andato molto oltre le previsioni degli organizzatori, con grandi problemi logistici ma anche con un’evidente domanda di valorizzazione e di senso. In varie scuole di Milano è stato dato uno spazio particolare al mondo grecoromano: dai gruppi teatrali che hanno rappresentato Plauto o Sofocle (perfino una drammatizzazione di Apollonio Rodio in una secondaria di primo grado!), agli incontri dei genitori di un liceo che chiedevano di essere aiutati a capire che cosa studiavano i figli, alla festa d’anniversario di un altro liceo inaugurata da una riflessione sul valore degli studi umanistici, alla riproposizione ai ragazzi del triennio classico e scientifico del reading presentato al Meeting di Rimini (il cui testo trovate in queste pagine). E’ continuata, nonostante le distanze e le difficoltà tecniche, l’esperienza della Bottega di Latino iniziata un paio d’anni fa, proseguita in incontri periodici e in videoconferenze: la voglia di comunicarsi e di costruire insieme strumenti utili è presente e viva. Importanti anche le occasioni offerte da siti web, che ospitano e spesso sollecitano interventi sul mondo antico, con evidente esito positivo in termini di visite e di gradimento. Aggiungo la prosecuzione dei corsi all’Università della Terza Età (UTE), giunti ormai al sesto anno con un’utenza in parte fedele, in parte rinnovata.
C’è molto da lavorare, senza troppe preoccupazioni per il futuro: tu quamcumque deus tibi fortunaverit horam / grata sume manu (Hor. ep. I, 11).