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Editoriale 2020-2

by Mariapina Dragonetti

a cura della Redazione


Nel concludere il quarantesimo anno della rivista vorremmo riandare ad alcuni ricordi.

Gli ultimi venti anni circa (dal n. 2/2001) sono stati interamente gestiti dalla redazione, a cui la proprietà ha lasciato mano libera, non solo quanto a scelta dei testi e delle immagini come in precedenza, ma anche quanto a composizione, invio alla stampa, gestione degli abbonamenti e spedizione. Il lavoro è stato grosso, ha richiesto di apprendere delle capacità, tenere sempre sott’occhio la situazione degli abbonati e degli autori, affrontare anche una sorta di manovalanza. Ci ha dato in cambio una libertà di tempi e di scelte, fra cui quella della copertina: chi ci segue da allora, o almeno da una decina d’anni, si sarà accorto che le copertine si susseguono come colore secondo un ordine fisso, che si rinnova uguale ogni dieci numeri e cinque anni: celeste, arancione, azzurro carico, fucsia, verde, giallo, rosso, crema, azzurro pergamenato e crema pergamenato. All’inizio la scelta dipendeva dalla disponibilità di cartoni dello stampatore, ma dopo i primi dieci è divenuta un’abitudine, che rende vivace lo scaffale e permette di intendersi coi lettori: “Il rosso le è arrivato?” è più immediato dell’indicazione di numero e annata.
Una cosa che ci colpisce è la grande quantità di autori che si sono susseguiti e continuano ad aggiungersi: sul sito si può accedere al loro elenco, che è veramente notevole. Benché gli stessi redattori facciano in modo di essere periodicamente presenti nella rivista, anche per riaffermare le caratteristiche con cui la rivista è nata, la maggior parte dei contributi proviene da persone che abbiamo conosciuto in vari ambiti (colleghi di scuola o di università o di associazioni culturali) oppure da persone che hanno apprezzato la rivista o il sito e ci offrono di dare il proprio contributo. Di ciascuno di loro sappiamo almeno per sommi capi la formazione e la storia, abbastanza per coglierne la varietà: ci sono insegnanti giovani e giovani studenti, adulti di vasta esperienza nella scuola, specialisti di facoltà universitarie, ex-docenti che occupano con gli studi il tempo della pensione. In tutti è presente il desiderio di mettere in comune interessi e approfondimenti, secondo uno stile e un metodo di comunicazione che varia e a cui, se appena è possibile, cerchiamo di non porre confini. Così cerchiamo di accogliere gli interessi di ciascuno, con la particolarità però che abbiamo sempre un occhio di riguardo per la scuola, e a proposte, esperienze e materiali didattici riserviamo sempre spazio, come pure le tematiche prevalenti degli editoriali.
Ci colpisce, dicevamo. Ma la verità è che gli appassionati del mondo greco-romano costituiscono una grande galassia, dove si superano differenze di età, di ruoli, perfino di posizioni ideali. Coi colleghi di materia nelle scuole si è sempre discusso, litigato anche: ma dove l’interesse per il mondo antico era autentico, evidente la serietà di studi e il desiderio di condividere con gli alunni un gusto, nasceva l’intesa: e alcuni dei colleghi con cui c’erano stati dissensi sono divenuti autori per noi.
Ora ci troviamo in un nuovo lockdown, più o meno stretto a seconda del colore di ogni regione. Sia il lockdown di primavera sia questo d’autunno hanno avuto come esito positivo un notevole incremento di visite al nostro sito (circa triplicate rispetto ai tempi normali), forse in cerca di materiali per la DAD; inoltre un aumento di proposte di collaborazione, che ci permette di organizzare in modo soddisfacente i prossimi numeri: è bello pensare che chiusi in casa ci si occupa di approfondire una civiltà la cui presenza nel mondo attuale è sempre più necessaria e urgente.
Ci sono anche altri segni di questo aumento di interesse. Chi ci segue attraverso il sito o i social sa che da qualche anno organizziamo i Sabati di Zetesis, gruppi di tre sabati in cui trovarsi a leggere e commentare un testo fra i meno presenti nelle usuali letture scolastiche: abbiamo letto Pindaro, Teocrito, un salmo (nella Settanta, con uno sguardo all’originale grazie ad alcuni di noi), Aristofane, Plauto, Ovidio, Ammiano Marcellino, Giuliano… All’inizio dell’anno avevamo iniziato una triade sulla poesia tardo-antica, leggendo passi di Ausonio. Poi il blocco ci aveva interrotti. Ma il desiderio era rimasto e così appena è stato possibile ci siamo trovati in un piccolo gruppo a proseguire: Rutilio Namaziano in presenza, Ambrogio e Prudenzio in collegamento. Ci accorgiamo che possiamo farcela in un modo o nell’altro: vedremo di tornare ad allargare il gruppo.
Non siamo certo i soli: c’è un fiorire di iniziative, convegni, serie di conferenze, lezioni e comunicazioni di associazioni, centri culturali, gruppi liberi, tutto naturalmente a distanza. C’è anche la voglia di rivedersi, soprattutto in quegli ambiti, come l’Università della Terza Età, che più hanno risentito del blocco e vedono più remota la possibilità di una ripresa in presenza: ci permettiamo a questo proposito di affermare che gli anziani (e ci mettiamo anche noi) hanno bisogno anche di interessi culturali per vivere.
Infine la scuola. La ripresa in presenza è passata rapidamente ad una nuova DAD, richiedendo un nuovo sforzo a docenti e studenti perché l’anno sia vissuto bene. Un grande augurio e un grande abbraccio a ciascuno.