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Esiodo, Opere e giorni, vv. 493-608

by Mariapina Dragonetti

a cura della Redazione

Resoconto della lettura di sabato 6 aprile 2024


Uno di noi legge

-Sono considerate tre stagioni, ma la primavera ha uno spazio di pochi versi: mentre sono indicati i giorni (sessanta) fra il solstizio d’inverno e l’inizio della primavera, non c’è lo stesso computo fra primavera ed estate, si passa direttamente alla mietitura, vale a dire per lo meno al solstizio.

– perché il tempo dei lavori è l’estate.

– i lavori si prolungano fino all’inizio dell’inverno.

– non c’è un termine per l’autunno, opora è la stagione dei frutti, fine estate.

– ἐπαλέα λέσχην  il sostantivo indica un generico luogo di ritrovo, può essere cortile o taverna o bottega: in quest’ultimo caso farebbe tutt’uno con il riferimento precedente allo sgabello del fabbro. L’aggettivo è formato su ἀλής  ‘massa’ e quindi dovrebbe significare ‘affollata’,  anche se molti intendono ‘accaldata’ (Colonna addirittura ‘assolata’). Evidentemente l’esortazione è a non perder tempo a chiacchierare in un luogo caldo pieno di gente.

– ὀφέλλοι  ottativo potenziale con κ᾿.

– ἀμηχανίη  dopo aver letto insieme le Argonautiche ci colpisce questa parola, che qui indica una difficoltà oggettiva, non soggettiva.

– λεπτῇ…χειρί  chiasmo;  allitterazione della π  da πενίῃ a πιέζῃς

– accostamento degli opposti λεπτῇ… παχύν: la mano è sottile  per la magrezza, il piede gonfio probabilmente per i geloni

– ἀ-εργός  parola chiave dato il titolo dell’opera e l’intonazione parenetica  nei confronti di Perse.

– i verbi sono per lo più all’infinito esortativo (come in italiano: Circolare!)

– fra gli eolismi in particolare troviamo molti infiniti .

– concetto negativo della speranza, κενεὴν e οὐκ ἀγαθὴ.

– torna λέσχῃ,  il generico luogo di ritrovo in cui l’ozioso sta seduto.     

– δμώεσσι sono i servi che abitano in casa, gli schiavi; più avanti (600 segg.) troviamo invece l’assunzione di un θῆτα (il termine tornerà nel sistema di classi della polis) e una ἔριθος, probabilmente stipendiati per badare al raccolto insieme al cane. Vengono scelti senza famiglia perché siano più indipendenti.

– καλιάς è tradotto abitualmente ‘granai’ ma è meglio ‘capanne, capannoni’.

– il mese di Leneone corrisponde a gennaio-febbraio

– βουδόρα riferito ai giorni del mese, significa ‘che spellano  i buoi’

– bellissimo il lunghissimo brano sul vento.

– il vento freddo per eccellenza è Borea, che nella mitologia ateniese è il rapitore e l’amante della eretteide Orizia: ne parla Platone all’inizio del Fedro.

– c’entra con la Bora?

– i vv. 509 segg. daranno inizio ad un topos letterario nella sfera amorosa: v. Saffo fr. 47 W e Apollonio III, 962 segg. Ne avevamo già parlato a proposito del passo di Apollonio sull’incontro fra Giasone e Medea (vedi resoconto).

– che cosa significa νήριτος? In Il. 22, 349 troviamo νήριτ᾿ ἄποινα  ‘infinito riscatto’. Qui la selva è immensa.

– v. 518 τροχαλόν  predicativo: il vento rende il vecchio τρ. Che cosa significa? C’è evidentemente l’idea del movimento, della corsa,  ma anche della rotondità, della sfera. C’è chi traduce ‘rende una trottola’, o ‘fa camminare curvo’.

– la vergine, ‘ignara delle opere dell’aurea Afrodite’ (epiteto classico), ha un trattamento di favore, non sembra che neppure abbia obblighi di lavori casalinghi.

– che animale è ἀνόστεος ‘senz’ossa’? Per lo più s’intende il polipo, che secondo Proclo quando non trova cibo si mangia un tentacolo, tant’è vero che si sono trovati polipi monchi. Aristotele però nega che si mangi il tentacolo, piuttosto gli viene roso dai granchi. Altri pensano alla chiocciola, che però ritorna più oltre come φερέοικος (571). Ma perché a un contadino dovrebbe importare un polipo?

-ἤθεσι tradotto ‘destino’?  forse ‘usi’ o pratiche’ luttuose? Si riferisce al mangiarsi il tentacolo?

– νομόν  ‘cibo’ o luogo dove procurarselo.

– κυανέων ἀνδρῶν ‘gli uomini neri’ gli africani.

– perché Πανελλήνεσσι?  Indica l’insieme dei Greci, sottoposti collettivamente al ritardo del sole.

– μυλιόωντες  (distractio)  propriamente ‘stridenti come la macina del mulino’.

– gli uomini simili all’essere che ha tre piedi richiamano l’indovinello  della Sfinge.

– abbigliamento molto curato. La tunica τερμιόεντα (Od. 19, 242)  significa ‘talare’ o ‘frangiata’.

– perché l’ordito rado rispetto alla trama fitta? contrapposizione  con allitterazione: παύρῳ πολλὴν.

– triplice indicazione riguardo ai peli ritti per il freddo: ἀτρεμέωσι μηδ᾿ ὀρθαὶ (risultativo) φρίσσωσι ἀερόμεναι.

– il bue ucciso con la forza ha la pelle fresca, a differenza del bue morto di vecchiaia.

– πίλοις probabilmente ‘feltro’ (anche al v. 546 ‘feltro lavorato’) come imbottitura; altri intendono il pelo della pelle da tenere all’interno.

– secondo Proclo gli agnelli primi figli di giovani coppie sono più forti, migliori; v. Il. 23, 864: ‘ecatombe di agnelli primogeniti’.

– ricordo il frammento di Ipponatte (24a D), in cui rimprovera Ermes di non avergli fornito l’abbigliamento, ma in forma più ridotta, la tunica è corta e usa diminutivi. (forse polemica o parodia rispetto ad Esiodo?).  

– inizia il tema dell’alba, che ritornerà in seguito: all’alba l’aria umida, o la nebbia, è ‘πυροφόρος᾿ quindi utile per i campi  di chi è  fortunato.

– ὕει  e ἄησι  causativi: ‘fa piovere, fa soffiare’.

– evidentemente si lavora anche d’inverno, salvo interrompere per il clima pericoloso.

– che rapporto c’è fra l’aumento di cibo e le notti ristoratrici? Si penserebbe il contrario, che cioè proprio per il lungo riposo fosse necessario meno cibo, come per i buoi.

– εἴη (559) è ottativo di desiderio, in genere tradotto come fosse esortativo ‘dovrà essere’ o ‘sia’. .

– i vv. 561-3 sono stati proposti per l’espunzione, ad esempio da Plutarco secondo Proclo: in effetti sono poco chiari: che cosa significa ‘compensare’ o ‘uguagliare  giorni e notti’? e perché fino alla fine dell’anno?

– forse la fine dell’anno significa il termine dell’inverno, l’anno nuovo inizia a primavera.

– o significa che nel corso dell’anno si pareggia la durata di giorni e notti?

– quando è l’epoca della stella Arturo?  Ora siamo a sessanta giorni dal solstizio, vicino alla primavera.

– da febbraio a settembre.

– Arturo è il personaggio protatico della Rudens di Plauto: la stella che osserva le azioni degli uomini.

–  l’epiteto della rondine si trova come ὀρθρογόη (‘che si lamenta al mattino’) oppure ὀρθογόης ο ὀρθοβόης ‘dall’acuto lamento’, più consono al personaggio mitico.

–  θώκους: ritorna la parola che significa sedile, sgabello al v. 493. Qui indica lo star seduto (all’ombra).

– torna anche l’alba, come momento propizio per il lavoro: v. 574 e anafora ai vv. 578-80.

– la descrizione dell’estate, con elementi topici come la cicala, verrà ripresa da Alceo  fr. 347 V. La differenza riguarda il tema di fondo, la descrizione del ciclo della natura in Esiodo e il tema simposiaco in Alceo.

– λιγυρήν: secondo alcuni connesso coi Liguri che hanno voce acuta.

– ricordo il paesaggio incantato dei giardini di Alcinoo (l. settimo dell’Odissea)

– molti elementi anticipano il locus amoenus bucolico, il caldo, l’acqua, l’ombra, il ristoro. Ma l’acqua serve per allungare il vino, non è utile in sé.

– si aggiungono molti elementi concreti, un cibo prelibato: ma la raffinatezza è eccessiva, sembra irrealistica. Il vino, qualunque sia il senso di Biblinos, è certo pregiato, il latte è di capre che non allattano, quindi migliore e più denso, la carne è di giovane vitella che si è nutrita liberamente, di nuovo gli agnelli primogeniti.

– ἀμολγαίη a sua volta viene interpretata come focaccia al latte, o focaccia di fior di farina, o formaggio. Sembra certo il rapporto con ἀμολγεύς ‘vaso per mungere’, quindi col latte, anche se uno scolio suggerisce l’idea di ‘perfezione’, quindi ‘focaccia perfetta’, appunto ‘di fior di farina’.  

– ricordo anche l’elogio della vita campestre in Tibullo.

– in Tibullo, come in Virgilio, la natura è legata agli dèi. Qui in Esiodo il contesto è solo umano, salvo epiteti tradizionali (‘grano sacro a Demetra’). Gli dèi non c’entrano con il lavoro umano, né lo ostacola il destino o la sorte: terminato il lavoro, c’è solo da difendere il raccolto, e anche su questo ci si attiva.

-viene da ricordare la parabola evangelica che termina con ‘stolto, stanotte ti verrà chiesta la tua vita’(Lc 12, 16 segg.). 

– solo nella parte dei Giorni c’è il richiamo a Zeus.

– i giorni sono raggruppati in triadi o tetradi, secondo una numerazione cabalistica.