Il Giallo Mondadori, 26/5/2011, pagg. 227-246
a cura di Giulia Regoliosi
Si tratta del racconto finale che segue il romanzo Febbre di Bill Pronzini, ma in realtà lo si può leggere anche online (clicca qui). L’autore si è occupato di fantascienza e fantastoria: ne parliamo perché ci ha incuriosito l’uso di nomi e situazioni della Grecia antica ripresi pari pari o modificati e deformati.
Due misteriosi osservatori, l’io narrante e il suo compagno (la loro identità si comprenderà o intuirà solo alla fine), guardano la pianura di Kratos, dove sono schierati due eserciti: da un lato quello di Antemion, sovrano di Arkea l’antica, la Prima delle Città, signore dell’Urdea, di Nissaglia e di Thiride, conquistatore di Eudea, Thira, Kroti, della lega Relfica; dall’altro quello del giovane re Niso di Mirinto. Campione di Antemion è Lysander, l’Eroe, campione di Niso Brasida, valoroso ma ormai anziano. Gli eserciti sono schierati a falange, con le armi tipiche degli opliti. I due re giungono ad un abboccamento: ricordano l’inizio del conflitto, che ha coinvolto Antemion e il padre di Niso, Timostene, ardito al punto da attaccare Arkea anche a rischio di perdere Thira. Niso propone di risolvere la guerra con un duello fra due eroi: ma Brasida non è mai stato proclamato ufficialmente eroe, secondo le regole del Codice di Res, per la gelosia del vecchio re. Questa strana investitura, che sembra più da cavalieri medievali che da opliti greci, comprende l’approvazione dell’oracolo di Deutra e del tempio di Res (che intuiamo stia per Ares). Giunta l’investitura, si prepara il duello, ma Lysander non si presenta: gli è nato un figlio da una schiava, e sono fuggiti insieme. Antemion si dichiara vinto: si getterà sulla spada chiamando a sé l’io narrante, il cui compagno furente se ne è andato.