Spettacolo teatrale liberamente tratto dal Fedro e dalla Repubblica di Platone
di Olivia Merli
Con Arianna Bisogni, Anna De Ponti, Caterina Dinatolo, Davide Finotto, Alessandro Guerra, Letizia Latocca, Caterina Lasi, Davide Longaretti, Rachele Perrone, Silvia Santarelli, Livia Vignati
Regia Adriana Bagnoli
Lo spettacolo è un immaginario percorso attraverso i principali miti platonici, guidato dallo stesso Socrate, impegnato nella sua attività principale: l’educazione dei discepoli. Proprio l’educazione, insieme alla giustizia e alla virtù, è il grande tema del testo costruito nell’impianto dai professori di Zetesis e arricchito dalla riscrittura, dall’aggiunta di monologhi e scene elaborate dagli stessi ragazzi liceali protagonisti dello spettacolo.
Il prologo e l’epilogo sono tratti dal Fedro: in essi si vede un Socrate affascinato dalla natura e deciso ad usare le parole per discutere di cose serie senza perdere tempo. Le parole, così come i racconti e le immagini, sono strumenti della verità, perciò non possono essere sprecate.
I due quadri e l’intermezzo sono tratti dalla Repubblica, dove incontriamo la famosa allegoria della caverna e il mito di Er. In questa parte dello spettacolo emerge il problema dell’educazione come cammino alla visione del vero, e quello della responsabilità decisiva dell’uomo di fronte al destino:
è l’uomo stesso infatti a scegliere la propria vita dopo la morte.
Lo spettacolo è assolutamente corale, sia nella sua scrittura sia nella sua realizzazione e vuole essere non esplicativo e formalmente didattico, ma evocativo e semplice, come sono anche i “racconti” di Platone: essi non dichiarano tutto, non sono logici ed espliciti, ma al contrario sono immagini che veicolano verità filosofiche e umane molto più grandi. Lo stesso crediamo faccia il teatro, soprattutto quello fatto a scuola con i ragazzi e per i ragazzi: esso è infatti strumento di confronto e di didattica che si attua nell’immedesimazione e nell’immaginazione del lavoro insieme.