Incontro al XXXI Meeting per l’amicizia fra i popoli (2010)
a cura della Redazione
Al XXXI Meeting dal titolo “Quella natura che ci spinge a desiderare cose grandi è il cuore” il 23 agosto si è tenuto l’incontro
IL DESIDERIO NELLA CULTURA CLASSICA
Partecipano:
Ivano Dionigi, Rettore dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna;
Moreno Morani, Docente di Glottologia e Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità, del Medioevo e Geografico-ambientali all’Università degli Studi di Genova.
Introduce Davide Rondoni, Poeta e Scrittore.
Dal Quotidiano Meeting:
Due lezioni magistrali attorno al tema del desiderio nella cultura classica oggi al Meeting di Rimini alle ore 11.15 nella sala A2. L’incontro, condotto dal poeta e scrittore Davide Rondoni, ha visto la partecipazione di Moreno Morani, docente di Glottologia e direttore del dipartimento di Scienze dell’Antichità all’Università degli studi di Genova e di Ivano Dionigi, rettore dell’università Alma Mater Studiorum di Bologna.
“L’interesse per il passato è proporzionale all’interesse per il presente. Se l’uomo non ha a cuore il suo presente, non può avere a cuore il suo passato”.
È la chiave di lettura con cui Rondoni ha introdotto l’incontro che ha preso le mosse, per entrambi i relatori, dal significato del termine desiderio, e dal verbo desiderare, in ambito classico: insoddisfazione, percezione di una mancanza, sofferenza per la lontananza, rimpianto, moto dell’animo rivolto al passato.
L’excursus storico che ne è derivato ha mostrato che il vertice della cultura classica occidentale coincide proprio con l’ansia di capire e di rispondere a dubbi e domande, come anche con la brama di carpire qualche momento di felicità di rado concesso a una vita piena di dolore e amarezza.
“L’universo in cui l’uomo greco vive è un affollarsi di forze e di spinte contraddittorie”, ha precisato Morani. A sostegno di tutto questo, Dionigi ha definito con precisione un quadro dentro il quale la curiositas, in quanto espressione delle passioni dell’uomo, non sempre è positiva. “Nelle fonti classiche quasi sempre desiderium è accompagnato da aggettivi con significati negativo: acerbum, ingens, diuturnum, inverecundum” ha detto Dionigi.
È il cristianesimo che ha interrotto questa visione dell’uomo e della storia introducendone una nuova, dove la concezione del tempo è lineare e così l’uomo può sperare nella positività del futuro al punto che anche il dolore assume una valenza positiva. “Classicità e cristianesimo: si tratta di due ipotesi di vita ancora oggi valide per una vita che tenta di essere degnamente vissuta”: con queste parole Rondoni ha concluso l’incontro.
(G.L.)
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