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Jean d’Aillon

by Mariapina Dragonetti

La serie di Lucius Gallus

 di Giulia Regoliosi

Attentat à Aquae Sextiae, Paris 2006 (I ediz. Paris 2000)

L’autore è un economista già autore di una serie di gialli ambientati nella Francia di Luigi XIII.
Con questo giallo entra nel filone classico e vi entra da provenzale: infatti l’ambienta nella sua città, Aquae Sextiae, poi Colonia Iulia, attualmente Aix-en-Provence.
Due dati evidenti: l’interesse archeologico che lo porta a inserire nel romanzo tutti i vari siti archeologici della città, legandoli insieme arditamente; l’interesse diremmo nazionalistico per il mondo dei Galli (in particolare i Galli Salii, abitatori della zona prima della conquista da parte romana). Questo secondo aspetto accomuna d’Aillon soprattutto ai giallisti inglesi, sempre tesi a rivendicare l’identità britanna nei gialli d’ambientazione romana.
Il romanzo è collocato durante l’impero d’Augusto e s’incentra su un complotto riguardante la successione dinastica: utilizzando dati storici, congetture e fiction, l’autore crea un plot serrato e credibile, con buoni colpi di scena e un’ambientazione attraente. Il difetto fondamentale (nonostante nei ringraziamenti si parli di controlli qualificati) sta nella pretesa di insistere sull’uso di parole latine, dalle desinenze veramente “affreuses”!!

Le complot des Sarmates, 2001

La Tarasque, 2003

I due romanzi sono stati ripubblicati insieme nel 2008

Il successo della precedente opera ha spinto l’autore alla decisione (piuttosto infelice) di creare una miniserie, con due romanzi brevi, ambientati sempre ad Aquae Sextiae.
Il primo si svolge nel 17 d.C.: sono passati tredici anni, il protagonista della miniserie, Lucius Gallus, compare solo alla fine,  il figlio adottivo Marcus (continua il topos dei figli adottivi) e un gladiatore, Beryllus, vanno  in cerca di una giovane scomparsa, amata da Beryllus. Nella storia entra una ricca imprenditrice di origine sarmata, Mesie Divina, organizzatrice di un complotto a favore del suo popolo. Un paio di colpi di scena non  impediscono che il romanzo sia di scarso valore: i consueti riferimenti archeologici, una lapide, due ville, dei granai, vari mosaici, appesantiscono, piuttosto che rendere più credibile, la storia.  

Il secondo si svolge nel 32: Marcus e Beryllus, quest’ultimo affrancato e divenuto cittadino romano, tornano in patria  dopo vari anni di servizio militare in Palestina. Sbarcati a Marsiglia, incontrano una donna ebrea, Judith, giunta in Gallia con lo scopo di ritrovare Marta di Betania, che suo padre aveva amato tanto da lasciarle in eredità dei beni. A Marsiglia si trovano Lazzaro e Maria, ma Marta ha risalito il Rodano per diffondere il Vangelo; Judith decide quindi di seguirne le tracce, dopo aver soggiornato, come ospite di Marcus che è attratto da lei, presso suo padre ad Aquae Sextiae. A casa di Lucius Gallus si svolge una discussione sull’ebraismo e su Gesù, fra scettici ed interessati. Ma si viene anche a sapere che nelle paludi vicino a Tarascona di trova un orribile mostro che assale i viandanti, li uccide o li rapisce: la stessa Marta sembra sia scomparsa così. Si forma quindi una carovana  che comprende Judith col suo seguito e Marcus e Beryllus come difesa, insieme ad altri viaggiatori: una troupe di giocolieri di cui fa parte una giovane prostituta, un  medico con la figlia, un giovane studioso, un banchiere (qualche ricordo di Ombre rosse?). La carovana viene attaccata, il mistero del mostro svelato,  i cattivi puniti, Marta ritrovata sana e salva, la prostituta liberata per la sua triste storia (un aggancio al romanzo precedente)… Insomma, un romanzo d’avventure piuttosto rozzo. I riferimenti al Cristianesimo sono sicuramente rispettosi, ma un po’ posticci.