The consul’s daughter, 2017
Lo scrittore inglese ha lavorato nella polizia metropolitana per poi divenire insegnante di classics in un liceo. Non risultano altre opere precedenti questa, ambientata all’epoca di Settimio Severo.
Il protagonista, Ambrosius Milo, si è arruolato nei vigili dopo un periodo di sbandamento dovuto all’assassinio di sua moglie, tuttora irrisolto. Divenuto tribuno, svolge il suo compito al di fuori dei limiti prescritti, occupandosi anche di crimini che toccherebbero alla Coorte urbana, di cui non ha più fiducia. Così quando viene scoperto il cadavere di una ragazza organizza una ricerca sul luogo e fa trasportare il corpo nella sede della sua coorte per compiere ulteriori indagini. Ma il corpo viene rubato, i reperti ufficialmente requisiti (anche se non tutti consegnati) e inizia una campagna di depistaggio che vede coinvolta la coorte pretoria. Intanto è risultato che la vittima era figlia di un anziano senatore, ex console, e amante di Caracalla, il giovane figlio dell’imperatore infelicemente sposato con la figlia del Prefetto del Pretorio.
Mentre Ambrosius viene mandato ad Ostia per aver prevaricato rispetto ai suoi compiti, cominciano manovre politiche per affidare tutto il potere nelle mani dei pretoriani e parallelamente oscure manovre di armamenti e sparizioni di testimoni. Un’inattesa scoperta (l’unico colpo di scena del romanzo) crea inaspettate alleanze in diversi ambiti, che portano a smascherare l’intero complotto.
Il romanzo risente di parecchi luoghi comuni sia in libri del genere sia in serie televisive: un lutto pregresso mai superato, una figlia giovane in gamba, una donna discreta e fino all’ultimo incompresa, l’analisi della scena del crimine, l’inevitabile presenza nascosta dei cristiani…Qualcosa resta inspiegato e soprattutto il movente principale sembra poco credibile. Tuttavia si legge volentieri ed ha momenti di buon interesse.