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Note + I rifacimenti euripidei di Lodovico Dolce

by Mariapina Dragonetti

(1) Per i dati biografici, cfr. E. A. Cicogna, Memoria intorno la vita e gli scritti di Messer Lodovico Dolce Letterato veneziano del sec. XVI, Venezia, Antonelli, 1862 (Estratto dalle Memorie dell’Istituto Veneto di Scienze, lettere ed arti, XI, 93-200)
(2) Cfr. ad es., E. Bonora, ll Classicismo dal Bembo al Guarini, in Storia della Letteratura italiana, IV, Milano 1966, 434; l’introduzione di V. Bramanti e A.F. Doni La libraria, Milano 1972, 11-43.
(3) Cfr. a questo proposito lo studio di C. Dionisotti, La letteratura italiana nell’età del Concilio di Trento, in Geografia e storia della letteratura italiana, Torino 1967, 221-254.
(4) Ibidem, 248.
(5) Per le opere del Dolce, cfr.: E. Cicogna, Memoria…, 114 sgg.; S. Bongi, Annali di Gabriel Giolito de’ Ferrari da Torino di Monferrato Stampatore in Venezia, I, Roma 1890,V-LXXXIV (per le opere pubblicate presso ilGiolito, che sono la maggior parte). Sono state contate una settantina di opere scritte dal Dolce. Di esse esistono manoscritte solo alcune rime e lettere in raccolte sparse un po’ nelle Biblioteche d’Italia. Tutte le altre sue opere furono invece pubblicate e gli originali manoscritti dovettero servire solo come bozze per la stampa, per cui andarono persi del tutto.
(6) Cfr. S. Bongi, Annali
(7) Le prime tragedie cosiddette regolari, cioè composte emulando direttamente i modelli classici, sono, nel corso del ’500 e anteriormente a quelle del Dolce: la Sofonisba del Trissino (1524); la Rosmunda del Rucellai (composta immediatamente dopo la Sofonisba);l’Antigone dell’Alamanni (1533); l’Orbecche del Giraldi (1541) e la Canace dello Speroni (1542). Prima della metà del ’500, erano apparse, della Poetica, solo la traduzione in latino quattrocentesca di Giorgio Valla e quella, edita postuma nel 1536, del fiorentino Alessandro de’Pazzi.
(8) Su questo argomento cfr., M. Apollonio, Storia del teatro italiano, I. Il teatro del Rinascimento: commedia, tragedia, melodramma, Firenze 1958, 477 sgg.; E. Bertana, La tragedia, Milano 1905; F. Neri, La tragedia italiana del Cinquecento, Firenze 1904; G. Toffanin, Il Cinquecento, Milano 1941, 445 sgg; M.T.Herrick, Italian Tragedy in the Renaissance, Urbana 1965; C. Musumarra, La poesia tragica italiana nel Rinascimento, Firenze1972. Sull’influsso del teatro euripideo in particolare cfr. E. Schapira, Der Einfluss des Euripides auf die Tragödie des Cinquecento, Würzburg 1935.
(9) Prima del 1547, solo l’Orbecche del Giraldi, tra le tragedie regolari, era stata rappresentata davanti alla Corte estense nel 1541.
(10) Secondo quanto dicono i vv. 333-334 dell’Arte Poetica di Orazio: Aut prodesse volunt, aut delectare poetae aut simul et iucundia et idonea dicere vitae
(11) L. Dolce, Didone, Venezia 1547, 2r. La sottolineatura è mia.
(12) L. Dolce, Hecuba, Venezia 1566, 2r.

(13) L Dolce., Ifigenia, Venezia 1597, 2r,.
(14) G.B. Giraldi Cinzio, Cleopatra, Venezia 1583,2r.
(15) Il Giraldi nacque a Ferrara, da famiglia nobile nel 1504 e vi morì nel 1573. Compose nove tragedie e un dramma pastorale. Nel 1543 scrisse il Discorso intorno al comporre delle comedie e delle tragedie e nel 1549 il Discorso intorno al comporre dei romanzi. Nel 1565 pubblicò gli Hecatommiti, raccolta di novelle presto divenuta famosa. Una compiuta bibliografia sul Giraldi si trova in G.B.Giraldi Cinzio, Scritti critici, a cura di C. Guerrini Crocetti, Milano 1973, 33.
(16) Discorso … intorno al comporre delle comedie e delle tragedie, in G.B. Giraldi Cinzio, Scritti critici…, 176 (da cui citerò).
(17) Vincenzo Maggi nacque a Brescia intorno al1498. Insegnò filosofia prima a Padova fino al 1542, poi a Ferrara, dove sembra che sia morto nel 1564. Cfr. P. Guerrini, Due amici bresciani di Erasmo, “Archivio storico lombardo, L (1923), 172-180; G. Bertoni, Nota su V. Maggi, “Giornale Storico della letteratura italiana”, XCVI (1930), 325-327; Nota sulle tragedie di G.B. Giraldi e su V. Maggi “Giornale storico della letteratura italiana” XCV1II (1931) 187-191; G. Toffanin, Pro Pio Madio,  “Cultura” X (1931), 239-245.
(18) Arist., Poet., VI. l449b, 24-28
(19) V. Maggi, De Poetica Communes explanationes,Venezia 1550, 96-98.
(20) G.B.Giraldi, Discorso… intorno… le com. e le trag…, 222-223
(21) Ibidem, 185~186
(22) Horat., Ars Poet., 185
(23) L. Dolce, Marianna, Venezia 1565, 4v
(24) Cfr. a questo riguardo P.R. Horne, The Tragedies of G.B.Cinthio Giraldi, Oxford 1962, 4-22.
(25) G.B. Giraldi, Discorso… intorno… le com. e le trag…, 205
(26) Cfr. C. Dionisotti, recensione a P.R. Horne,The Tragedies…, “Giornale storico della letteratura italiana”, CXL (1963), 119.
(27) La Tragedia a chi legge, in Le Tragedie di G.B. Giraldi, I, Venezia 1583 in fine della tragedia Orbecche.
(28) L. Dolce, Medea, Venezia, 1566, 5r (da cui citerò).
(29) L. Dolce, Ifigenia…, 5r
(30) V.Maggi, In Horatii Librum de Arte Poetica interpretatio, Venezia 1550, 344.
(31) L. Dolce, Il Dialogo dell’Oratore di Cicerone, tradotto per M. Lodovico Dolce, Vinegia 1547, 2.
(32)  Eur., Phoen., 357-370
(33) Phoenissae, in Euripidis Tragoediae XVII1 Per Dorotheum Camillum et Latio donatae et in lucem editae, Basileae, ex officina RobertiWinter, Anno MDXLI mense Augusto
(34) L. Dolce, Giocasta, Venezia 1549, 14v-l5r
(35) ibidem, 5v-6v
(36) L. Dolce, Medea…, 13-14.
(37) L. Dolce, Giocasta…, 28r-29r