a cura di Giulia Regoliosi
La scrittrice americana P. C. Cast, autrice di molte serie di libri sentimentali, ha inaugurato nel 2003 questa serie, proseguita con un libro all’anno (è dato in uscita il settimo). L’interesse che può avere per noi sta, più che nella romance, nella curiosa idea di fondo. In ogni libro una donna del nostro tempo, con qualche problema o insoddisfazione, viene scambiata con una divinità mitologica e vive per un certo tempo il suo ambiente, i suoi rapporti, i suoi compiti, mantenendo però carattere e idee della vita d’origine. Data la tipologia dei libri di questa autrice, è prevalente nell’intreccio una vicenda amorosa, che riesce ad avere un lieto fine attraverso diversi espedienti narrativi, ma sono presenti anche altri aspetti non privi di interesse.
Presento in particolare uno dei libri della serie, Goddess of Spring (2004).
La protagonista, Lina, è un’italoamericana di mezza età, proprietaria di una panetteria in crisi economica; Demetra decide di aiutarla mandando al suo posto la figlia Persefone, anche perché ritiene che la giovane dea, troppo viziata, abbia bisogno di impegnarsi e di maturare. Lina andrà per sei mesi nell’oltretomba, in visita al dio Ade (Demetra rifiuta sdegnosamente la diceria che Ade sia un rapitore) e porterà ai morti la sua fittizia presenza di dea della primavera.
La presentazione dell’Aldilà è ispirata al VI libro dell’Eneide, cui l’autrice mescola abilmente reminiscenze dal Mago di Oz e dalla Bella e la Bestia: da quest’ultima in particolare sembra tratta la figura di Ade (anche se la protagonista lo paragona più volte a Batman), terribile dio solitario e incapace di rapporti umani, a poco a poco domato dalla nuova ospite, curiosa, cordiale, interessata a tutti gli esseri; la versione disneyana della fiaba ha certamente ispirato anche una delle figure minori, il daimon Iapis desideroso della conversione all’amore del suo padrone, mentre l’accettazione da parte del dio che l’amata non sia una giovane, bellissima dea, ma una quarantenne umana colloca la vicenda nella tipologia dell’accoglienza dell’altro benché diverso e imperfetto. Compaiono fra i morti anche alcuni personaggi mitologici, Stenebea, Didone, Alcesti, Euridice (e Orfeo), oltre a divinità come Apollo, rivisitati con qualche originalità. Simpatica anche la caratterizzazione dell’ambiente umano, la panetteria con i suoi commessi e i suoi clienti: sarebbe però opportuno che gli anglofoni imparassero che l’italiano ha articoli, preposizioni articolate e aggettivi distinti per genere!
La scrittrice americana P. C. Cast, autrice di molte serie di libri sentimentali, ha inaugurato nel 2003 questa serie, proseguita con un libro all’anno (è dato in uscita il settimo). L’interesse che può avere per noi sta, più che nella romance, nella curiosa idea di fondo. In ogni libro una donna del nostro tempo, con qualche problema o insoddisfazione, viene scambiata con una divinità mitologica e vive per un certo tempo il suo ambiente, i suoi rapporti, i suoi compiti, mantenendo però carattere e idee della vita d’origine. Data la tipologia dei libri di questa autrice, è prevalente nell’intreccio una vicenda amorosa, che riesce ad avere un lieto fine attraverso diversi espedienti narrativi, ma sono presenti anche altri aspetti non privi di interesse.
Presento in particolare uno dei libri della serie, Goddess of Spring (2004).
La protagonista, Lina, è un’italoamericana di mezza età, proprietaria di una panetteria in crisi economica; Demetra decide di aiutarla mandando al suo posto la figlia Persefone, anche perché ritiene che la giovane dea, troppo viziata, abbia bisogno di impegnarsi e di maturare. Lina andrà per sei mesi nell’oltretomba, in visita al dio Ade (Demetra rifiuta sdegnosamente la diceria che Ade sia un rapitore) e porterà ai morti la sua fittizia presenza di dea della primavera.
La presentazione dell’Aldilà è ispirata al VI libro dell’Eneide, cui l’autrice mescola abilmente reminiscenze dal Mago di Oz e dalla Bella e la Bestia: da quest’ultima in particolare sembra tratta la figura di Ade (anche se la protagonista lo paragona più volte a Batman), terribile dio solitario e incapace di rapporti umani, a poco a poco domato dalla nuova ospite, curiosa, cordiale, interessata a tutti gli esseri; la versione disneyana della fiaba ha certamente ispirato anche una delle figure minori, il daimon Iapis desideroso della conversione all’amore del suo padrone, mentre l’accettazione da parte del dio che l’amata non sia una giovane, bellissima dea, ma una quarantenne umana colloca la vicenda nella tipologia dell’accoglienza dell’altro benché diverso e imperfetto. Compaiono fra i morti anche alcuni personaggi mitologici, Stenebea, Didone, Alcesti, Euridice (e Orfeo), oltre a divinità come Apollo, rivisitati con qualche originalità. Simpatica anche la caratterizzazione dell’ambiente umano, la panetteria con i suoi commessi e i suoi clienti: sarebbe però opportuno che gli anglofoni imparassero che l’italiano ha articoli, preposizioni articolate e aggettivi distinti per genere!